Liturgia del giorno:
Ef 2,1-10; Sal 99; Lc 12,13-21
Nato in Irlanda negli ultimi anni del secolo VIII da nobili genitori cristiani, Donato fu avviato agli studi nei quali fece tali progressi da superare tutti i suoi coetanei. Desideroso di maggiore perfezione, nell’816 lasciò la famiglia e la patria e si mise a peregrinare per varie regioni giungendo fino a Roma. Nel ritorno verso l’Irlanda, arrivò a Fiesole proprio mentre il clero e il popolo trattavano dell’elezione del nuovo vescovo; mossi da divina ispirazione, i fiesolani scelsero proprio lo sconosciuto pellegrino che, dapprima riluttante, dovette poi piegarsi ai loro desideri. Era l’anno 829. Ben poco sappiamo del suo governo pastorale a Fiesole, durato oltre quarant’anni. Combatté con successo contro gli usurpatori dei beni della Chiesa e nell’866 si portò a Capua dove ebbe da Lotario II la conferma dei beni già concessi al suo predecessore Alessandro con esenzioni e diritti vari. E in quello stesso anno, alla testa dei suoi vassalli, accompagnò il figlio di Lotario, Ludovico, nella campagna contro i Saraceni nell’Italia meridionale. Nell’850 a Roma aveva assistito alla incoronazione di Ludovico fatta da papa Leone IV: in quella occasione, aveva preso parte col Papa e con l’Imperatore ad un giudizio per risolvere una vecchia questione pendente tra i vescovi di Arezzo e di Siena, risolta a favore di quest’ultimo. Donato fu uomo di lettere e come tale si preoccupò dell’istruzione del clero e della gioventù. Scrisse diverse opere delle quali però ci rimangono un Credo, poetico, recitato fra gli amici e i discepoli prima di morire, e le Lodi di Santa Brigida, patrona dell’Irlanda. Per i suoi connazionale irlandesi pellegrini in Italia fondò a Piacenza con mezzi propri la chiesa di S. Brigida con annesso ospedale e ospizio che poi, dotati di numerosi beni, donò nell’850 al monastero di S. Colombano di Bobbio. Morì a Fiesole tra l’874 e l’877. Sepolto nella primitiva cattedrale, nel 1817 i suoi resti furono traslati in quella nuova.