Liturgia del giorno:
AAt 6,8-15; Sal 118; Gv 6,22-29
Il fondatore dell’Ordine di Santa Maria della Mercede (Mercedari) nacque verso il 1180 a Mas, presso Carcassonne in Francia e da giovane si trasferì a Barcellona per evitare contatti rischiosi con gli eretici Albigesi. Buona parte della Spagna a quei tempi era invasa dai Mori che, dove passavano, distruggevano, saccheggiavano, torturavano e facevano schiavi i cristiani. Il Nolasco, diventato amico del domenicano san Raimondo di Peñafort, decise di attivarsi per venire in aiuto a quella povera gente. Già nel 1203 egli, dopo aver venduto i suoi beni, si era trasformato in mercante per insinuarsi facilmente tra i maomettani e a Valencia col suo denaro aveva liberato circa trecento schiavi. Così, insieme ad alcuni compagni nel 1218 diede vita a un Ordine religioso simile a quello dei Trinitari, fondato alcuni anni prima da San Giovanni de Matha e da san Felice di Valois con analogo obiettivo. In questo fu incoraggiato dal re Giacomo I d’Aragona, ma soprattutto da una visione della beata Vergine, apparsagli nella notte tra l’1 e il 2 agosto di quello stesso anno. Esauriti i suoi fondi, si unì ad altri nobili generosi per raccogliere offerte e operare i riscatti. Il 10 agosto, nella cattedrale di Barcellona, Pietro e dodici compagni vestirono l’abito di lana bianca, in omaggio alla purezza immacolata della Vergine Maria. Nelle “redenzioni” compiute durante il primo secolo di vita, i Mercedari ridiedero la libertà a circa 26 mila prigionieri. Durante una tappa ad Algeri, nel 1245, avendo esaurito il denaro, Pietro si offrì come ostaggio per poter far partire altri schiavi, ma poiché il denaro tardava ad arrivare, venne frustato a sangue dai Mori, quindi caricato su una barca danneggiata e abbandonato in mare; il Signore miracolosamente lo fece approdare sano e salvo in Spagna. La morte sopravvenne a Barcellona il 13 maggio1249. Il suo culto, diffusosi in Spagna, in Francia e poi in America Latina e in Italia, fu riconosciuto con regolare processo nel 1628.