A cinquant'anni dal Vaticano II, non poteva esserci occasione migliore per rilanciare il Concilio che la canonizzazione, nello stesso giorno, di due grandi Papi come Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
Roncalli eletto “Papa di transizione" per l'avanzata età e le condizioni di salute, indicendo il Concilio diede avvio alla più grande rivoluzione nella Chiesa. Wojtyla, che vi partecipò come giovane vescovo, contribuendo alla Gaudium et spes , con il suo ministero itinerante attuò, da Papa, quell'apertura al mondo tanto auspicata dal Concilio.
Papa Francesco, da parte sua, è il primo Papa “postconciliare”, nel senso che non partecipò a quell'importante assise dei vescovi (fu ordinato prete nel 1969, cinque anni dopo la conclusione del Concilio), ma ne è un vero “figlio”, per come lo sta attuando, rilanciando la collegialità dei vescovi, la corresponsabilità dei laici nella Chiesa, la centralità della Parola di Dio nella vita dei cristiani e delle comunità ecclesiali, il concetto di Chiesa come “popolo di Dio”, il ruolo della donna, il dialogo ecumenico e l'incontro con le altre religioni.
Pur
di canonizzare insieme Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, Francesco
ha dispensato Roncalli (“pro
gratia”)
dalla necessità di un secondo miracolo. Così li proclama entrambi
“Papi santi” del Concilio, accomunati non solo dalla santità
personale, ma soprattutto da una visione di Chiesa conciliare.
«Attraverso
la proclamata santità di due attori del Vaticano II»,
scrive lo storico Andrea Riccardi nel volume La
santità di papa Wojtyla
(Edizioni San Paolo):
«Francesco
propone nel XXI secolo il Concilio come evento-chiave per il futuro
del cattolicesimo».
A completare il cerchio, «non
è un mistero»,
aggiunge Riccardi, «che
Francesco voglia, in tempi rapidi, anche la beatificazione di Paolo
VI, il Papa cvhe ha conluso e attuato per primo il Vaticano II».
Coloro
che fanno resistenaza alla rivoluzione di Francesco, fatta nel nome
del Vangelo e del Vaticano II, sono gli stessi che hanno osteggiato
le innovazioni conciliari. A favore di una Chiesa mondana legata al
potere, che ignora la via della croce. Il 27 aprile, con la
canonizzazione di Roncalli e Wojtyla, papa Francesco mette un
“sigillo conciliare” al nuovo corso della Chiesa.