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sabato 01 aprile 2023
 
 

L'alba in via della Conciliazione

27/04/2014  Un fiume umano avvolge San Pietro. Un tappeto di sacchi a pelo. Lingue e culture diverse accomunate dalla fede e dal voler partecipare in prima persona a un evento storico.

In via della Conciliazione l’alba sorge su un tappeto umano di sacchi a pelo, teli termici, coperte di pile. Spuntano dai lembi ciocche di capelli castani, neri, ma anche grigi e bianchi. Bandiere sventolanti di ogni nazione, polacche soprattutto, comprese quelle di Solidarnosc. Un boato della folla saluta l’accensione di prova dei maxischermi, ma nel frattempo dalle vie laterali cominciano a fluire migliaia di persone che attendevano in piedi dalle tre del mattino di poter entrare nella via.

Cielo plumbeo sopra i fedeli arrivati da ogni parte del mondo per partecipare alla Messa di canonizzazione dei due papi, che guardano la piazza riempirsi dai loro arazzi appesi ai loggioni venerdì. L’attesa della notte, trascorsa in piedi per molti, viene interrotta da canti mariani intonati da giovani di Barcellona come da un gruppo di vietnamiti trapiantati negli States. Risponde un gruppo di ragazzi che ritmano in coro “Giovanni Paolo!”.

In via della Traspontina anche un pannello appeso al palazzo che chiede giustizia per Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana rapita per cui papa Woytjla lanciò numerosi appelli rimasti, purtroppo, ancora senza risposta. Tamburelli, cornetti che spuntano dagli zaini. Qualcuno prega il rosario, altri guardano verso la piazza con la nostalgia di non averla raggiunta. Da Toronto pellegrini con lontani parenti italiani provano a parlare un po’ nella nostra lingua, con un improbabile accento abruzzese. Gli scalini della chiesa di Santa Maria della Traspontina sono un accampamento all’aperto.

Poco distante, Miriam, cinque anni, arrivata da Trapani con i genitori, decide finalmente di abbandonare le braccia del papà per sedersi su un free press a terra, a mò di tappetino. La fermata Ottaviano della metropolitana continua a sfornare pellegrini a go go, fra i sorrisi dei volontari della protezione civile e anche delle Forze dell’ordine, che allargano al centro di via della Conciliazione il corridoio centrale. Chissà che papa Francesco non decida di fare una delle sue improvvisate e di passare anche di qua, prima o dopo la concelebrazione solenne. Intanto i maxischermi continuano a proiettare in varie lingue messaggi rassicuranti, invitando le persone a procedere con calma. In tanti, però, cercano di avvicinarsi il più possibile alla piazza.

C’è chi si accontenta di un seggiolino portatile e di uno spicchio di sampietrini. Poi ci sono gli instancabili sbandieratori, orgogliosi della loro Germania, Irlanda, Spagna, Olanda. Palloncini bianchi e gialli, stendardi, un tripudio di colori. Qualche spintone per guadagnare un posto “migliore”. Ma alla fine prevale la stanchezza, insieme alla gioia e alla voglia di condividere con il mondo intorno un evento unico nella storia, forse irripetibile, finora inedito. Che vedrà tra gli spettatori anche i gabbiani e le rondini che si rincorrono tra un palazzo e l’altro di via della Conciliazione.

 
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