Pubblichiamo alcune citazioni dai discorsi e dagli interventi di Giovanni XXIII.
GIOIE E DOLORI DEL PONTFICATO
Sono quattro anni oggi, da quando alla bontà del Signore piacque di confidarmi la successione dell'Apostolo Pietro; e accendere più vivo nel mio animo l'amore per tutta la famiglia umana. Sono stati quattro anni di preghiera e di servizio, di incontri e di colloqui, di letizia e anche di qualche sofferenza; ma ogni giorno è trascorso nella pronta disposizione a fare la divina volontà e nella sicurezza che tutto coopera alla generale edificazione.
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Angelus, 28 ottobre 1962)
L’ULTIMO MESSAGGIO
Certamente la riuscita di una sì grande opera (il Concilio, ndr) richiede la piena e concorde collaborazione di tutti i fedeli: ma non bisogna peraltro dimenticare, che il Concilio Ecumenico è opera soprattutto dello Spirito Santo, che è come il cuore della Chiesa, e il perpetuo autore e datore della sua rifiorente primavera. Pertanto, sotto la sua guida e la sua protezione, il Concilio Ecumenico sarà fecondo e salutare di ogni desiderato frutto.
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Radiomessaggio ai giovani della Germania registrato da Giovanni XXIII alcuni giorni prima e diffuso dalla Stazione Radio di Colonia poche ore prima della morte del Sommo Pontefice, il 3 giugno 1963)
LA CHIESA, MADRE BENIGNA E PAZIENTE
La Chiesa Cattolica, mentre con questo Concilio Ecumenico innalza la fiaccola della verità cattolica, vuole mostrarsi madre amorevolissima di tutti, benigna, paziente, mossa da misericordia e da bontà verso i figli da lei separati. All’umanità travagliata da tante difficoltà essa dice, come già Pietro a quel povero che gli aveva chiesto l’elemosina: "Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!".
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Solenne apertura del Concilio Vaticano II, 11 ottobre 1962)