Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 24 aprile 2025
 
GPII
 

Oder: "Wojtyla, consacrato a Maria"

23/04/2014  "Quella di Giovanni Paolo II con la Madonna era una relazione vissuta con la tenerezza di un figlio", dice Slawomir Oder, postulatore della causa di santità del Papa.

Un monumento a papa Wojtyla in Polonia (Reuters).
Un monumento a papa Wojtyla in Polonia (Reuters).

Pubblichiamo un estratto, dedicato alla devozione di Giovanni Paolo II per la Madonna, dal libro Karol il Santo - Vita e miracoli di Saverio Gaeta e Slawomir Oder (Edizioni San Paolo)


Insieme con l’amore per Cristo, Wojtyła è stato un cantore della Madonna, alla quale ha dedicato l’enciclica Redemptoris Mater (La Madre del Redentore) e innumerevoli gesti di appassionata devozione. Come descriverebbe questo intimo sentimento?


"Quella di Giovanni Paolo II con Maria era una relazione particolarmente profonda e viva, vissuta sia con la tenerezza di un figlio che si lascia abbracciare dalla mamma, sia con la virilità del cavaliere determinato a porre in atto il comando della sua signora: «Fate tutto quello che il Figlio vi dirà!». Uno dei testimoni del processo canonico affermò: «Credo che la religiosità di Karol Wojtyła si possa riassumere nel motto da lui preferito “Totus tuus”. Si potrebbe dire che vedeva tutto con gli occhi della Madonna, Madre sua e Madre della Chiesa».
     Dalla lettura del materiale raccolto si evince che la sua personale consacrazione a Maria costituì un momento di passaggio alla fase matura e consapevole della fede. Molto spesso la dimensione mariana della sua spiritualità viene associata alle drammatiche vicende della vita che lo privarono in tenerissima età dell’affetto materno. La spiritualità del giovane Karol fu, tuttavia, formata in un clima profondamente virile, poiché il suo primo maestro della fede fu il padre, un militare di grande intensità spirituale. Fu lui a instillare nel figlio la profonda devozione allo Spirito Santo e a san Giuseppe. E sempre lui lo accompagnò nei santuari di Kalwaria Zebrzydowska e di Częstochowa e lo iniziò alla tradizionale pietà mariana della quale è permeata l’identità del popolo polacco.
     Un vero salto di qualità avvenne poi negli anni dell’occupazione nazista, che coincise con il tempo della maturazione umana e cristiana di Wojtyła, impegnato nella lotta per la sopravvivenza e nel discernimento vocazionale. E in questo periodo un ruolo di particolare rilevanza lo svolse il già citato Jan Tyranowski. Sulla base di questo tessuto spirituale si sviluppò tutta la ricchezza umana e cristiana del futuro Papa, il cui frutto più maturo può essere considerato quel gesto silenzioso e umanamente struggente avvenuto pochi giorni prima della sua morte, il 24 febbraio 2005, quando si risvegliò dall’anestesia dopo la tracheotomia e, non potendo parlare, scrisse in polacco: «Cosa mi hanno fatto! Ma... totus tuus!».
     È una parabola che passa dall’entusiasmo giovanile della donazione generosa della propria vita a Cristo attraverso Maria, fino al compimento della consacrazione nella donazione totale per la Chiesa. Per Giovanni Paolo II , Maria era l’archetipo del cristiano. In lei vedeva la creatura perfetta e la perfetta discepola. Non si può non collegare il suo itinerario spirituale mariano con la sua capacità di considerare ogni uomo come “immagine di Dio”. A questo proposito è molto significativa una testimonianza custodita presso la Postulazione: «Una volta il Papa mi ha spiegato che Maria porta dentro se stessa Gesù proprio come ogni uomo deve portare nel proprio cuore le persone che ama, per generarle nella vita eterna, cioè nella vita vera. L’uomo nasce vuoto e il destino della vita è invece di lasciare che la presenza degli altri ci riempia. E Karol Wojtyła portava davvero tutti nel cuore».

Multimedia
La devozione a Maria di Giovanni Paolo II
Correlati
 
Edicola San Paolo