«Una generazione di bambini sfruttati sessualmente, per questo poi incapaci di opporsi e dominare le situazioni». Nonostante gli sforzi del Governo brasiliano e di varie Ong, è la sintesi del rapporto “Sexual explotation of children in Brazil: putting a spot on the problem”, realizzato alla vigilia dei Mondiali da Terre des Hommes, Ecpat, Free a Girl e Plan Girls first.
Va subito chiarito che il fenomeno non è nuovo in Brasile: nel 1993, quando iniziò a essere al centro del dibattito politico, l’Inchiesta Nazionale Parlamentare (Cpi) stabilì che i minori coinvolti erano 500.000. Tuttavia, l’evento sportivo offre maggiori occasioni di avere rapporti sessuali anonimi con bambini e adolescenti. Ovviamente per l’afflusso di turisti dall’estero, ma non solo: nei mesi scorsi, la costruzione delle infrastrutture – dagli stadi agli hotel – ha attratto lavoratori da tutto il Brasile nelle città dove oggi si disputano le partite. Questa concentrazione di uomini lontani dalle loro famiglie, oltre agli sgomberi forzati che in alcuni casi hanno rotto i legami di comunità nei quartieri, ha fatto aumentare le segnalazioni di sesso a pagamento con minori.
In un’indagine dell’Ong brasiliana Childhood, negli stati di Goiás, Minas Gerais, Santa Catarina, São Paulo e Rondônia, il 25% dei lavoratori impiegati nei cantieri legati ai Mondiali ha ammesso di aver avuto almeno un rapporto con adolescenti. Itamar Goncalves, coordinatore dell’Ong, spiega come spesso creino un legame di dipendenza con le ragazzine: «Le ospitano a casa senza chiedere l’affitto, addebitano poi un prezzo troppo alto, minacciandole e rendendo difficile l’estinzione del debito».
In un report federale, le vie che portano a Manaus (la città al centro dell’Amazzonia dove l’Italia ha battuto l’Inghilterra) sono indicate come «la rotta dello sfruttamento sessuale». Accanto ad arresti importanti che hanno coinvolto uomini d’affari e notabili locali e stranieri per pedofilia, la prostituzione minorile è diffusa sui traghetti e i trasporti via cargo che, sul percorso del Rio delle Amazzoni e dei suoi affluenti, attraversano il Paese.
Nel Rapporto, è descritta una scena che si ripete alla fine di ogni mattina di venerdì alla stazione di Planaltina de Goiás, 60 chilometri da Brasilia. Rita, 9 anni, Jacqueline, 10 appena compiuti, e Paula, 11, dopo essersi lavate e aver cambiato la divisa di scuola con gonne appariscenti e camicette colorate, prendono l’autobus e vanno nella capitale. Fino domenica, la loro casa è la stazione del Plano Piloto, quartiere residenziale a forma di aereo, dove vendono caramelle e cicche ai passanti in fila per salire sui mezzi pubblici. Nello stesso luogo, hanno rapporti di sesso orale per 3 real, meno di un euro. Ragazzini e ragazzine, talvolta accompagnati da madri e fratelli, “lavorano” fino alle ore piccole e dormono sotto una tenda circondata da bidoni di solventi. Le tre ragazzine devono sottostare a un accordo: lasciano il 50% del loro guadagno alle prostitute più adulte che hanno occupato l’area prima di loro.
Recife, dove si è giocata Italia-Costa Rica, è una delle capitali del turismo sessuale: «Ogni settimana», si legge nel Rapporto, «alcuni tour operator riempiono la città con migliaia di uomini europei, arrivati con speciali voli charter, alla ricerca di sesso a buon mercato». Spesso, sono coinvolte anche bambine e adolescenti.
Il turismo sessuale è associato anche all’immagine di Rio, e a quella di bambini e adolescenti che si prostituiscono e consumano crack proprio nella zona del Maracanà e della finale del Mondiale.
Infine, se indubbiamente la prostituzione minorile è presente tra la povertà delle favelas, Terre des Hommes segnala anche una realtà poco nota: lo sfruttamento sessuale in zone non storicamente segnate d questo fenomeno, come il quartiere anticonformista di Lapa. Qui, il ricercatore Thaddeus Blanchette sottolinea la presenza, sottovalutata dalle autorità locali, di «giovanissimi della classe media o alta, bianchi o creoli, che scambiano favori sessuali in cambio di regali».