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Gigi, guarisci con calma...

19/06/2014  Non c'è fretta. Contro il Costa Rica può giocare ancora Sirigu, perché rischiare inutilmente?

“Il titolare è Buffon e io non mi permetto neppure di pensare che potrei soffiargli il posto”. D'accordo, fa bene il numero dodici Salvatore Sirigu, grande protagonista sabato scorso contro l'Inghilterra, a omaggiare il portierone nazionale campione del mondo. La sua ammirazione per Buffon è sconfinata, come quella di tutti i portieri italiani, cresciuti nel culto dell’attuale capitano dell’Italia. Le gerarchie dei “goalkeeper” della nazionale erano ben definite fin da Coverciano e su questo Prandelli non ha mai avuto dubbi. Ma è lecito dubitare sul reinserimento affrettato di Buffon contro il Costa Rica, una squadra che ha voglia di stupire dopo l’esordio con l’Uruguay. 

Una partita difficile, delicata, cruciale per il proseguimento del Mondiale, dove il numero uno potrebbe non essere al massimo. E quando un portiere non è al massimo non c’è scampo, lui è l’ultimo uomo prima della rete, ogni suo errore ci costa un goal, il danno è elevatissimo: non è solo un’occasione mancata come succede con gli attaccanti, perdonati subito dopo il replay del tiro sprecato. Sull’esperienza del Gigi nazionale, al suo quinto mondiale, gli azzurri hanno sempre fatto affidamento. Un tesoro inestimabile che ci tornerà utile per molto tempo. Ma data l’età (39 anni) i riflessi sono più appannati (lo si vede da come blocca la palla). Difettucci cui si aggiunge il fatto che Buffon non è al massimo della forma dopo l’infortunio alla caviglia, mentre Sirigu, portiere dallo stile modernissimo che con l’Inghilterra ha fatto una prestazione strepitosa, è al top. Si pensi alla parata su punizione di Baines e al suo scatto felino: “Non ho visto partire la palla e ho avuto il riflesso all’ultimo istante”. Un capolavoro.  E se parliamo di esperienza, il portiere del Psg in Champions ne ha da vendere, perchè la Champions per certi aspetti è più difficile del Mondiale.   

Bisogna essere realisti: non si può rinunciare a un talento del genere solo per ripristinare le gerarchie e rendere omaggio a una gloria nazionale. Perché rischiare contro il Costa Rica affamato di gloria e compromettere il Mondiale? Facciamolo giocare contro l'Urugay, quando la partita sarà meno determinante e avrà modo di ricaricarsi anche emotivamente. Non lo dice nessuno ma è un pensiero che nutrono tutti e dunque noi lo diciamo espressamente: Gigi, guarisci tranquillo, tanto al Recife può giocare Sirigu, che è in forma smagliante. Ma Prandelli non ci ascolterà.   

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