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lunedì 11 novembre 2024
 
 

"I miei Mondiali da arbitro"

10/06/2014  Un principe del fischietto, protagonista ai Mondiali in Messico e in Italia, racconta le sensazioni di un arbitro.

Luigi Agnolin, ex arbitro internazionale, due presenze ai campionati del mondo, nel 1986 in Messico e nel 1990 in Italia. In Messico diresse tre partite, tra cui la semifinale Germania Ovest-Francia, vinta dai tedeschi per 2-0. Tra pochi giorni partirà per il Brasile. Per Famiglia Cristiana interviene dal suo punto di vista, per raccontare sensazioni e svelare problemi dei fischietti del mondiale 2014.

In attesa che il torneo mondiale inizi, ne approfitterei per parlare della mia esperienza personale a due campionati del mondo, quello in Messico del 1986 e quello in Italia del 1990. Due mondiali che furono ben diversi tra loro, com’è facile immaginare, soprattutto per la preparazione atletica a cui noi arbitri venimmo sottoposti. Se il mondiale italiano aveva delle facilitazioni logistiche per me – arbitravo in “casa”, dopo tutto – quello messicano di quattro anni prima fu un’esperienza nuova.
L’altitudine condizionava parecchio, tanto che all’arrivo fui impressionato e acclimatarmi fu difficile; si soffriva fisicamente, almeno all’inizio, nei primi giorni. Pensate che quando venni sottoposto al test di Cooper (una
corsa di dodici minuti nella quale si cerca di coprire la massima distanza possibile), ottenni un risultato del 15% in meno rispetto ai miei parametri consueti.

Un po’ alla volta, tuttavia, tutti noi arbitri ci siamo abituati a quelle altitudini inconsuete. Così, la sorpresa vera fu al ritorno in Italia: volavo addirittura, o almeno così mi sembrava. Se dovessi paragonare quell’esperienza a questa odierna cui vanno i contro gli Azzurri giocando in Brasile, direi che i paragoni non reggono.
Certo, a Manaus, dove la squadra di Prandelli esordirà contro l’Inghilterra, ci sono delle situazioni ambientali particolari, dovute però al livello d’umidità e credo che la preparazione della squadra sia stata svolta in modo accurato per quel tipo di clima. Ma a parte Manaus, più o meno il clima delle altre città è simile al nostro, con poche differenze.
È vero che in taluni casi si giocherà alle 13: il caldo si farà sentire e proprio per questo è stato accordata anche la possibilità di time out durante le partite, ma ormai si sa, le esigenze della televisione trionfano. Prima viene la Tv, poi la fatica di chi va in campo.

 
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