Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
lunedì 14 ottobre 2024
 
 

Il calcio a Pavia parla cinese

07/07/2014  Il Pavia, che milita in Lega Pro, è il primo club professionistico italiano acquistato da imprenditori cinesi. Don Luca Roveda, parroco e dirigente della squadra di volley, dice: Ben vengano forze nuove in città, se possono dare un contributo. L’integrazione culturale è fondamentale, anche sul piano sportivo".

Thohir ha fatto scuola e anche il Pavia finisce in mani orientali. Di un fondo cinese, che magari cercherà accordi con l’indonesiano presidente dell’Inter.  Il club lombardo ha 103 anni e 6 campionati di serie B, l’ultimo però 60 anni fa, mentre nel 2005 perse la finale playoff di Prima divisione contro il Mantova, con Marco Torresani in panchina e la famiglia Calisti proprietaria. Il presidente Pierlorenzo Zanchi aveva il 90% delle azioni, giovedì notte ha ceduto all'agenzia per l'Italia, distaccamento a Milano del fondo di cinese Pingy Shanghai investment, a sua volta partecipato da un fondo di derivazione statale. Il Pavia di Lega Pro diventa così il primo club professionistico italiano acquistato da imprenditori cinesi. La trattativa è durata un mese e mezzo, ora i due hanno dieci giorni per presentare la fidejussione di 600mila euro e iscriversi al campionato. Xiadong Zhu, 45 anni, è il presidente del fondo Pingy Shanghai, Kiang Ming Huang (49) è l’amministratore dell’agenzia per l’Italia, società costituita a marzo con un piccolo capitale e in parte versato. Entrambi si sono presentati dal notaio Di Marco e in 4 ore hanno concordato le clausole, mentre venerdì hanno incontrato il presidente della provincia Bosone e il sindaco Depaoli: “Investiremo in campo agricolo, sanitario e immobiliare”, promettono.

Il milanese Zanchi voleva raggiungere un 30% di piccoli soci, aveva però coperto appena il 9% e allora ha deciso di vendere, ma proprio i dirigenti di minoranza facevano opposizione, di fronte alla cordata asiatica. A cui interessava persino una caserma dei carabinieri, a Pavia, la Provincia però non è ancora riuscita a persuaderli anche per l’acquisto di quell’immobile prestigioso. Impossibile sapere quanto sia costata la società, certamente i cinesi si sono accollati oltre un milione di debiti.  In genere la tifoseria è scettica, di fronte a stranieri, ma in questo caso l’accoglienza è stata molto positiva. In fondo anche il russo Korablin sta facendo bene, come presidente del Venezia, sempre in Lega Pro e allora al duo dagli occhi a mandorla arrivano anche gli incitamenti della principale realtà sportiva cittadina,  la Riso Scotti, all’11^ stagione di serie A, nel volley femminile. Fra i dirigenti c’è don Luca Roveda, 37 anni, parroco a Gerenzago, Inverno e Monteleone. “Due anni fa - ricorda - ero in panchina come accompagnatore quando vincemmo l’unica partita stagionale in A1, ora mi devo dividere fra 3 chiese, perciò non ho più tempo. Ben vengano, comunque, forze nuove in città, se possono dare un contributo. L’integrazione culturale è fondamentale, anche sul piano sportivo. Agli asiatici diamo  l’opportunità di dimostrarci che hanno idee valide”.  Da 6 anni si è trasferito nel Pavese Alberto Cova, olimpionico a Los Angeles nei 10mila metri. Abita a Mortara, preferisce non prendere posizione. “Sono cose del calcio”. Già, l’atletica resta più povera e non attrae investitori forestieri.  

 
Pubblicità
Edicola San Paolo