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mercoledì 15 gennaio 2025
 
Agnolin
 

«Il mondiale? Opportunità di crescita e maturità»

09/06/2014  «Un torneo del genere arriva al momento giusto per monitorare la crescita di ogni Paese, anche dal punto di vista degli arbitri. Se i calciatori collaboreranno vedremo solo belle partite».

Luigi Agnolin, ex arbitro internazionale, due presenze ai campionati del mondo, nel 1986 in Messico e nel 1990 in Italia. In Messico diresse tre partite, tra cui la semifinale Germania Ovest-Francia, vinta dai tedeschi per 2-0. Tra pochi giorni partirà per il Brasile. Per Famiglia Cristiana interviene dal suo punto di vista, per raccontare sensazioni e svelare problemi dei fischietti del mondiale 2014.

Il campionato mondiale che va a iniziare è un’opportunità a livello globale per monitorare il grado di maturità raggiunto da tutti: giocatori, tecnici, tifosi e arbitri di ogni Paese. Per quanto riguarda gli arbitri, il torneo è un’ottima opportunità anche per vedere all’opera il grado di crescita dei giudici di gara di quei Paesi considerati, forse a torto, meno rappresentativi. Io sono ottimista in questo senso perché vedo che questo sport sta andando verso un calcio più giocato e meno incline alle proteste, rendendo così più facile l’operato arbitrale.

Credo, inoltre, che i calciatori di oggi, rispetto ad altre epoche, siano più abituati a confrontarsi anche dal punto di vista personale, privato, con colleghi che provengono da altre nazioni e questo a un mondiale può rappresentare un momento di grande distensione. Una volta prevaleva l’elemento nazionalistico ma oggi un calciatore che affronta un’altra Nazionale ha di fronte magari giocatori che hanno giocato con la sua squadra, o in un’altra del suo Paese: ci si riconosce, ci si saluta, ci si abbraccia. Poi, c’è la partita, ma prima e dopo si è colleghi-avversari rispettosi.

Nel calcio odierno, in ogni caso,da una parte c’è chi non vuole svilire il lato umano dell’arbitro, quello che è anche fallibile, magari con degli errori, ma pur sempre umani: l’arbitro contro tutto. Dall’altra parte ci sono le novità moderne e già ne abbiamo avuto gli effetti: basterebbe pensare agli assistenti di linea che sono dello stesso Paese dell’arbitro, un grande vantaggio rispetto al passato. Anche la preparazione si è ulteriormente affinata per rispondere alle esigenze di una disciplina sportiva più veloce e fisica.

Trovo anche che alcune innovazioni, come lo spray sulla linea della barriera nei calci di punizione, sia un ottimo aiuto per chi deve decidere in pochi secondi di far battere una squadra e far rispettare le distanze all’altra. Quanto agli arbitri dell’Europa, il nostro continente, i nomi sono tutti importanti, a partire dall’inglese Webb e dal portoghese Proenca. Al resto, ci penseranno i calciatori col loro comportamento, che penso possa prendere esempio dal rugby, dal famoso terzo tempo, quando la partita è finita. Prima, scontri anche durissimi in campo, poi tutti amici per stare insieme. Mi auguro che il mondiale brasiliano possa essere questo, un incontro tra avversari corretti e leali.

 
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