Tifosi di Germania e Argentina dopo l'Angelus di domenica in piazza San Pietro
Se Bergoglio e Ratzinger sono rimasti un passo indietro ed entrambi non hanno seguito la partita in Tv, tra i segretari dei due Papi è stato derby a tutti gli effetti per la finalissima dei mondiali brasiliani dove la Germania ha sconfitto l’Argentina laureandosi campione del mondo.
«Ho fatto le mie sentite “condoglianze” al segretario, don Fabian, e lui mi ha risposto in modo molto secco, chiaro, ma convincente e mi ha fatto anche gli auguri per la vittoria della nostra squadra». A rivelarlo, in un’intervista a Radio Vaticana, è stato monsignor Georg Ganswein, prefetto della Casa pontificia e segretario particolare del papa emerito Benedetto XVI che ha anche rivelato come ha “salutato” il segretario di papa Francesco, don Fabián Pedacchio Leaniz.
Monsignor Georg ha detto di aver ovviamente tifato per la Germania e visto la partita «a casa, con le Memores Domini, che anche loro hanno tifato per la Germania e alla fine siamo stati molto contenti – anche se mi dispiace per gli argentini. Hanno giocato bene, ma penso che alla fine la Germania abbia vinto meritatamente». E papa Benedetto? «L’ho invitato a guardare la partita, però lui ha ringraziato ma ha preferito andare a dormire», ha spiegato. «Certamente, questa mattina l’ho informato – ma lui aveva anche già visto la mia faccia, che portava un messaggio chiaro. Poi l’ho informato sull’andamento e quindi sul risultato della partita». Un "esultanza" contenuta per Ratzinger, «perché nella squadra ci sono anche alcuni bavaresi, e questo fa scaldare il cuore ancora di più; d’altra parte ha detto: “Speriamo che gli argentini si riprendano presto”. E poi, uno a zero è un risultato che non umilia».
Al di là del risultato finale, la finale mondiale ha confermato, anche in modo anche affettuoso, l'unità tra due Pontefici: «Devo dire che mi sono molto rallegrato», ha detto Ganswein, «perché si vede che il calcio ha la forza di unire. E poi si è visto che molte cose sono state espresse in modo scherzoso, a volte in modo ironico, in fin dei conti sempre in modo simpatico, sincero … E penso che questa occasione ha fatto capire che c’è una bella intesa tra i due Papi».
Papa Francesco ha insistito molto sulla cultura dell’incontro favorita anche da questo grande evento di sport: «Papa Francesco spesso parla – ed è diventata una parola chiave – dell’incontro, e lo sport – e anzitutto il calcio – è proprio un’occasione ad hoc per incontrarsi in modo sportivo e sincero», è stato il commento di mons. Ganswein «L’incontro, come tale, è quello che conta. È chiaro, c’è sempre il risultato, poi; ma quello che conta è l’incontro. E se per tutte e due le squadre l’incontro è positivo, penso che abbia una grande forza non soltanto per queste 22 persone, ma per molte altre persone ancora, e non soltanto dei due Paesi rappresentati, ma di tutto il mondo».
La finale è arrivata nel bel mezzo della gravissima crisi mediorientale con venti di guerra che spirano sempre più forti. Il Pontificio Consiglio della Cultura ha anche lanciato l’iniziativa "Pause for Peace", una pausa per la pace, legata ai Mondiali: «Seguo con grande preoccupazione la situazione in Terra Santa; il Papa l’ha detto anche all’Angelus che la preghiera è importantissima; e che anche la preghiera con i due presidenti israeliano e palestinese e con il Patriarca ecumenico che ha fatto un mese fa, è un segnale e questo segnale deve avere e avrà frutti buoni, anche se attualmente la situazione, purtroppo, è diventata molto preoccupante», ha concluso padre Georg.