Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
lunedì 09 settembre 2024
 
shoah e memoria
 

Nel Museo di Anna Frank, dove parla solo il silenzio

27/10/2017  Francesco Belletti in visita alla casa di Anna Frank commenta il caso degli insulti negli stadi e ricorda che lì «parla il silenzio, parlano i volti, parlano gli ambienti. E parlano direttamente al cuore».

 

Mio figlio è in Olanda per lavoro dal 2015, ma solo quest'anno io e mia moglie Gabriella, andando a trovarlo, siamo riusciti, un paio di settimane fa, ad andare a visitare il Museo di Anna Frank (occorre prenotare con grande anticipo, fortunatamente è molto frequentato). Prima di questa intollerabile vicenda "calcistica" (che col calcio come sport non ha niente a che fare). Entrambi l'avevamo letto, da ragazzi; entrambi non vogliamo dimenticare. Audioguida in italiano, spazi molto piccoli (claustrofobici!), pannelli e descrizioni molto sobrie. Parla il silenzio, parlano i volti, parlano gli ambienti. E parlano direttamente al cuore.

L'unico pregio che ha avuto, quindi, la triste vicenda para-calcistica di questi giorni: costringere tutti a  ricordare. E per gli imbecilli che insultano la memoria: un paio d'anni di lavori socialmente utili, a contatto con le sofferenze del mondo. Così magari riscopriranno la propria umanità...

Sempre nella stessa visita olandese a mio figlio, un paio di settimane fa, siamo riusciti anche a visitare, io e Gabriella, un luogo non molto noto, Camp Vught (il sito non ha la versione in Italiano, questa è la versione in inglese), un "campo di smistamento", ricostruito parzialmente, che ha visto passare, in un paio d'anni, dal 1942 al 1944, oltre 31.000 prigionieri (tra i quali 18.000 ebrei, quasi tutti poi inviati nei campi di sterminio vero e proprio). In un'ora, nella mattinata, abbiamo visto tre scolaresche olandesi di diversa età visitare il campo.

Perchè occorre fare memoria delle tragedie della Storia, perché per poter dire "Mai più" serve la volontà e la responsabilità di ciascuno di noi: in ogni momento, contro ogni tirannia.

 

(* Direttore Cisf)

Multimedia
I giorni della memoria: quattro documentari per non dimenticare
Correlati
I giorni della memoria: quattro documentari per non dimenticare
Correlati
Quelle pietre per non dimenticare
Correlati
I vostri commenti
3

Stai visualizzando  dei 3 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo