«Quando dal 21 al 24 settembre proprio qui, a Taranto, celebreremo la prossima Settimana sociale dei cattolici in Italia, mi auguro che si possa parlare, per l’ex Ilva, di un’altra storia». Monsignor Filippo Santoro affida a Famiglia Cristiana la sintesi delle inquietudini che agitano la città di cui è arcivescovo e annuncia un importante cambio di passo: «Salvare il lavoro? Sì, certo. Il polo siderurgico occupa circa 8.500 persone cui ne vanno aggiunte altrettante impegnate nell’indotto. Fanno ben sperare gli investimenti per la transizione ecologica del Recovery plan. Ma se non si va in questa direzione allora meglio chiudere».
In un approfondito reportage pubblicato nel numero in edicola da giovedì 22 aprile, il settimanale raccoglie proteste e proposte. «Non avevamo idea di quello che l’inquinamento avrebbe potuto fare», afferma Mauro Zaratta, papà di Lorenzo, morto di tumore al cervello a cinque anni. La sua lotta ha dato origine al processo “Ambiente svenduto” di cui si attende a breve la sentenza di primo grado. Un caso tutt’altro che isolato. Secondo i dati pubblicati lo scorso gennaio da Arpa Puglia, Aress (Agenzia regionale per la salute e il sociale), Asl di Taranto, sono stati registrati in città «eccessi rispetto al dato regionale di mortalità e ospedalizzazione per alcune patologie oncologiche (tumore della pleura, del polmone, del pancreas; del fegato nelle donne; dello stomaco, della vescica negli uomini), per le patologie cardiovascolari e per le malattie dell’apparato digerente». Non è una sorpresa, spiega la pediatra Annamaria Moschetti, presidente della Commissione ambiente dell’Ordine dei medici di Taranto, «vista la gravità dell’esposizione della popolazione a un ambiente in cui viene immesso un enorme volume di inquinanti».
«Usciamo dalla fiction e sediamoci a discutere», invita il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. Parlando con Famiglia Cristiana davanti ai cancelli di ArcelorMittal il primo cittadino della città ferita chiede che venga reintegrato Riccardo Cristello (l’operaio dell’acciaieria licenziato in seguito a un post su Facebook che invitava a seguire le puntate di Svegliati amore mio, con Sabrina Ferilli) e sollecita la tempestiva convocazione di un tavolo operativo per varare concreti progetti di bonifica, risanamento ambientale, riconversione e rilancio del polo siderurgico. «Vogliamo la chiusura dell’area a caldo», precisa Melucci, «l’installazione di forni elettrici o di un mix di tecnologie, una prospettiva orientata alla sperimentazione a idrogeno o ad altre forme di alimentazione del ciclo che abbattano le emissioni di almeno l’80 o il 90%».
«Questo stabilimento potrebbe essere riconvertito completamente in elettrico in una decina d’anni», assicura a sua volta l’ingegner Biagio De Marzo, ex dirigente dell’Italsider. «Un tempo i giovani aspiravano a lavorare nel siderurgico, oggi aspirano ad andarsene da Taranto. Non sentono questa come la loro casa. Dobbiamo ridare prospettive e futuro. Non siamo contrari all’industria, ma bisogna sviluppare attività produttive che danno un valore aggiunto alla città», interviene fra Francesco Zecca, coordinatore nazionale della Commissione Giustizia pace integrità del creato, dei Frati minori francescani.
(Foto in alto: ANSA)