È una povertà che forse si vede meno, ma che fa male. E ha un impatto pesantissimo sulle capacitò emotive e relazionali dei minori. È la povertà educativa e culturale. Quella che pur non impedendo di frequentare la scuola impedisce a ragazze e ragazzi di leggere un libro, frequentare un teatro o una mostra, andare al cinema. Si tratta di una forma di povertà “in enorme crescita” e che “impatta fortemente anche sulla capacità dei minori di immaginare il proprio futuro”.
Lo rileva la seconda Ricerca sulla povertà educativa in Italia, realizzata da Fondazione l’albero della vita onlus (Fadv) con la supervisione scientifica dell’Università degli Studi di Palermo, presentati in occasione dell’evento “Educazione alla cittadinanza globale e solidale – La scuola del Futuro che forma i cittadini attivi” tappa finale del Pcto dal titolo “Educazione alla pace e alla cittadinanza globale” realizzato in partnership con ScuolAttiva onlus presso l’Istituto di Istruzione secondaria superiore “Giorgio Ambrosoli” di Roma.
La ricerca ha preso in esame 454 persone (227 adulti e 227 minori) e tutti i dati peggiorano in media del 10 per cento rispetto ai dati dell’anno precedente: il 76 per cento non pratica sport, il 53 per cento non è mai stato al cinema, il 43 per cento non ha a casa libri da leggere, l’89 per cento non è mai stato a teatro.
“Sono circa 1.200.000 i bambini che vivono in una condizione di significativa debolezza economica e si trovano quindi a rischio di povertà educativa, con le conseguenze che ne derivano. Questi bambini non possono permettersi la possibilità di partecipare a un evento, di visitare una mostra, di andare al cinema, più in generale di godere di consumi culturali che contribuiscono notevolmente allo sviluppo educativo complessivo dell’individuo. La conseguenza è che in Italia 1 minore su 7 lascia prematuramente gli studi, quasi la metà non ha mai letto un libro, quasi 1 su 5 non fa sport. Troppi sono i ragazzi che, in tutto il Paese, sono privati delle opportunità educative e dei luoghi dove svolgere attività artistiche, culturali e ricreative che potrebbero di fatto aumentare notevolmente le loro opportunità di sviluppare adeguate competenze e di costruirsi un futuro migliore”, commenta la Ricerca il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.
“Dalla ricerca presentata oggi”, ha proseguito il ministro, “emerge che i livelli di dispersione scolastica rimangono ancora troppo alti e l’obiettivo che ci impone il Pnrr è di evitare che nei prossimi anni circa 470 mila giovani abbandonino la scuola prima del conseguimento del diploma, ma la nostra sfida è anche quella di tenere sotto controllo la dispersione scolastica implicita, quella dovuta al mancato raggiungimento di adeguate competenze a fronte del titolo di studio”.