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lunedì 16 settembre 2024
 
 

La sfida di Profumo, diploma a 18 anni

15/09/2012  La proposta del ministro è di accorciare di un anno il percorso scolastico dei ragazzi italiani e portarli al diploma a 18 anni, come nel resto dell’Europa. Ma i sindacati insorgono.

“La scuola italiana non ha bisogno di riforme, ne ha già avute fin troppe: c’è solo bisogno di una semplice oliatura”. Il ministro Profumo ha ribadito anche a noi questo concetto, proprio nell’intervista che ha rilasciato a Famiglia Cristiana in occasione dell’apertura dell’anno scolastico. Eppure, prima della scadenza del suo mandato, stando alle indiscrezioni- apparentemente molto informate e ben documentate- apparse sull’agenzia Dire, potrebbe riuscire proprio a lui quello che non è riuscito a ministri tenacemente riformatori come la Lady di ferro dell’istruzione, Letizia Moratti, e prima di lei all’ex ministro Berlinguer.

Accorciare di un anno il percorso scolastico dei ragazzi italiani e portarli al diploma a 18 anni, come avviene nel resto dell’Europa. Sarebbe questo l’obiettivo di una commissione di lavoro approntata dallo stesso Profumo di cui fanno parte insegnanti, dirigenti ed esperti del ministero. La commissione si sarebbe già riunita, il calendario ovviamente prevede tempi stretti. A dicembre il progetto dovrebbe essere sottoposto al ministro, in modo da poter essere presentato al consiglio dei ministri prima di entrare nel vivo della campagna elettorale.

Intanto è partito il fuoco d’artiglieria che ha fatto finire nei cassetti i progetti precedenti. I sindacati insorgono. “E’ solo un modo per risparmiare e tagliare altri posti di lavoro”, ha dichiarato Rino di Meglio, segretario del Gilda. Sulle stesse posizioni Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola. “Nei pochi mesi che gli rimangono il ministro Profumo farebbe meglio a concentrarsi sui problemi concreti della scuola italiana”, ha dichiarato. Difficile esprimersi con serenità a carte coperte. Gli ostacoli ci sono. E’ evidente che un problema pesante di precariato come quello che la nostra scuola si trascina dietro, di cui non è certo responsabile il ministro Profumo, difficilmente può convivere con una ulteriore contrazione dei posti d’insegnamento. In questo senso non va disconosciuto il coraggio del ministro, che finalmente ha indetto un concorso, invertendo la rotta.

Sarebbe ingiusto, in ogni caso, liquidare il progetto di Profumo come un semplice pretesto per ulteriori risparmi. La vera preoccupazione che a nostro avviso sta alle spalle della nuova avventura ministeriale è relativa alla dispersione scolastica. E’ troppo alta la percentuale dei ragazzi che lasciano precocemente la scuola senza un titolo di studio. Innalzare a 17 anni l’obbligo scolastico: sarebbe questa l’intenzione, un obiettivo che dovrebbe andare di pari passo con la contrazione del percorso scolastico. Come dire: più scuola di qualità per tutti, per non lasciare i ragazzi per strada, ma senza inutili parcheggi. Impossibile dire ora quali siano le intenzioni della commissione, che sostanzialmente potrebbe seguire tre strade. Anticipare di un anno il percorso scolastico o accorciare la scuola superiore portandola da cinque a quattro anni.

Entrambe le possibilità, a nostro avviso, comporterebbero una piccola grande rivoluzione. L’inserimento precoce di bambini non sempre pronti a un percorso scolarizzato, la revisione di tutti i programmi della scuola superiore. Il ministro ha convenuto con noi che l’anello debole della scuola italiana è la media inferiore. I tre anni delle medie segnano una battuta d’arresto nella formazione dei ragazzi e si rivelerebbero inadeguati secondo gli standard europei. Forse ha ragione il ministro. E’ qui che sarebbe necessaria un’oliatura, senza grandi rivoluzioni e con un po’ di buon senso. Riconoscendo che i nostri ragazzi oggi diventano adolescenti molto prima e che la loro precocità non può essere sfruttata solo per farne dei fenomeni da talent.

Vediamo bambini di quarta, quinta elementare affrontare consapevoli il pubblico, sottoporsi ai giudizi inclementi della giuria, cimentarsi con testi assolutamente inadatti alla loro età cercando addirittura di interpretarli in modo convincente. E’ troppo banale limitarsi a dire che scimmiottano gli adulti. Se possono fare tutto questo, per incrementare gli ascolti di una televisione troppo pigra per inventarsi qualcos’altro, possono anche lasciare il grembiule bianco e presentarsi con un anno di anticipo sui banchi più impegnativi di una rinnovata scuola media. Il ministro Profumo questo l’ha capito. Tutto sommato la rivoluzione c’è già stata. Ben vengano le oliature, purché non si metta mano a quello che già funziona. 

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