Mia figlia, di quasi sette anni, di notte fa ancora pipì a letto. È un problema che ha anche il fratellino di quattro e che ha avuto a lungo anche il mio compagno da bambino. Ma adesso è diventato davvero difficile da gestire. Ho provato di tutto: a svegliarla alle quattro di notte, ma addormentandosi alle 21 poi resta sveglia. Allora le metto il pannolino quando si addormenta, ma la mattina piange per l’imbarazzo. Lo spannolinamento è avvenuto nell’estate dei tre anni (li compiva in autunno) e i primi mesi di materna sono stati uno strazio. Tratteneva la pipì fino a farsela addosso... cosa che tuttora fa, tenendola per ore e ore finché non la obbligo a farla. La pediatra ha detto che fino ai cinque anni non è un problema, ma ora avendone quasi sette l’ho portata anche dal nefrologo, che però non ha riscontrato problemi. Mi ha detto che dai sei anni si può intervenire con un farmaco, ma ho paura che abbia effetti collaterali. Non so più cosa fare. CARMEN
— Cara Carmen, il disturbo della tua bambina, da quanto tu stessa racconti, sembra essere ereditario. La tua bambina non avverte lo stimolo a urinare quando la sua vescica è piena e questa è probabilmente la ragione della sua enuresi notturna. Due possono essere le ragioni del problema della tua bambina: un eccesso notturno di produzione di urina unito a una difficoltà a svegliarsi quando la vescica è piena.
Almeno un bambino su venti soffre di questo disturbo e dopo i 5-6 anni è utile intervenire per evitare che sviluppi ansia o bassa autostima in seguito al suo problema. È fondamentale spiegare al bambino la causa all’origine di quanto accade, aiutandolo a non sentirsi responsabile di qualcosa che non dipende dalla sua volontà o presunta competenza. Per capire qual è il trattamento più indicato è necessario sapere se l’enuresi deriva da eccesso di produzione di urina notturna o dal mancato risveglio quando la vescica è piena. È importante tenere per qualche giorno (ideale il fine-settimana) il diario della minzione notturna del bambino, ovvero pesare al mattino il suo pannolino per cercare di capire quanta pipì ha fatto di notte.
Conoscendo questo dato, il pediatra saprà dirvi se la tua bambina fa troppa pipì di notte e quindi ti consiglierà l’utilizzo di un farmaco antidiuretico che ne riduce la produzione. Un secondo intervento consiste nell’utilizzo di un allarme notturno che, attraverso un sensore nelle mutandine, suona ai primi segnali di umidità, svegliando il bambino che in tale modo potrà svuotare la vescica in bagno. L’allarme permette al cervello di imparare col tempo ad associare il segnale di vescica piena con il bisogno di svegliarsi. In tutti noi, questo avviene istintivamente, ma nei bambini con enuresi notturna questa associazione deve invece essere appresa