Secondo quanto annunciato da Renzi nel corso di una trasmissione televisiva o 500 milioni, destinati dalla legge di stabilità alle famiglie, finanzieranno "un bonus di 80 euro alle neo-mamme per i primi 3 anni". Una cifra irrisoria, ha subito commentato qualcuno, facendo riferimento alle ben diverse legislazioni, tedesca e francese, tanto per citarne due. Anche l’autorevole Rapporto del Cisf (Centro internazionale studi famiglia) del 2009 sul costo dei figli segnalava una cifra media di 317 euro per la mera sussistenza di un bambino.
Ma non si capisce perché non si dovrebbe salutare con soddisfazione almeno un primo, seppure ancora insufficiente passo, soprattutto perché per la prima volta la cifra sarebbe legata alla presenza del bambino e non a un discorso di povertà della famiglia. E’ vero d’altro canto che l’arrivo di un figlio, come ha spiegato il Censis quest’anno in aprile, è un fattore di rischio di povertà. In particolare la nascita del secondo figlio fa quasi raddoppiare il rischio di finire in povertà (20,6%) e la nascita del terzo figlio triplica questo rischio (32,3%). Inoltre,avere figli raddoppia il rischio di finire indebitati per mutuo, affitti, bollette o altro rispetto alle coppie senza figli: il rischio riguarda il 15,7% nel primo caso, il 6,2% nel secondo caso.
Con 80 euro ogni mese qualcosa si può fare anche se ovviamente non sarà questo a far decidere a una coppia di avere un bambino. Ma vale la pena di ricordare che, come raccontano da sempre tutti gli studi, nel nostro Paese c’è un profondo scarto tra il numero dei figli desiderati, che supera i 2, e quelli effettivamente avuti e tra le ragioni per rinunciare quelle economiche sono sempre tra le più citate. Non è da escludere dunque che in qualche caso questa novità, seppur piccola, possa rivelarsi un incoraggiamento a non aver paura del futuro.