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sabato 12 ottobre 2024
 
 

820 milioni di affamati

17/07/2019  Rapporto ONU sulla fame nel mondo. La situazione peggiora, soprattutto in Asia e in Africa. Particolarmente colpiti i bambini. Ma intanto nel mondo ricco aumenta l'obesità.

Oggi nel mondo più  di 820 milioni di persone soffrono la fame. Un aumento preoccupante rispetto agli 811 milioni dell’anno precedente. Lo denunciano la FAO (l’organizzazione  delle Nazioni Unite per l’alimentazione l’agricoltura), IFAD, UNICEF, il Programma Alimentare Mondiale (WFP) e OMS (Organizzazione mondiale della sanità) nel rapporto "Lo stato di sicurezza alimentare e nutrizione nel mondo 2019”.

Secondo il rapporto, sono  oltre 2 miliardi le persone che non hanno accesso regolare a cibo sicuro, nutriente e sufficiente tra quelle colpite da livelli moderati di insicurezza alimentare e quelle che soffrono la fame. Nello stesso tempo, sovrappeso e obesità continuano ad aumentare in tutto il mondo, in particolare tra i bambini in età scolare e gli adulti.

La maggior parte delle persone denutrite vive in Africa e in Asia (oltre 500 milioni). I bambini sono particolarmente colpiti. I bambini sotto peso  alla nascita sono 20,5 milioni (1 su 7), i piccoli al di sotto dei 5 anni affetti da malnutrizione cronica sono 148,9 milioni e quelli che soffrono di malnutrizione acuta sono 49,5 milioni. In Asia meridionale e nell’Africa subsahariana, un bambino su tre è affetto da rachitismo.

Sembra così allontanarsi l’obiettivo Fame Zero, che mira a sconfiggere la fame nel mondo entro il 2030.

“L’umanità non ha fatto sufficientemente il suo dovere per i fratelli più poveri”. Ha commentato ai microfoni della Radio Vaticana  monsignor Fernando Chica Arellano, Osservatore permanete presso la FAO, presso il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad) e presso il Programma alimentare mondiale (Pam). “La comunità internazionale”, ha aggiunto monsignor Chica Areliano,  “veramente dovrebbe fare di più, manca la volontà, soprattutto nel togliere le cause dovute all’uomo, come i conflitti, la crisi economica e i cambiamenti climatici”.

 
 
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