Qualche tempo fa in questa rubrica avevamo parlato di una associazione umanitaria nata a Modena, che, partendo da una passione comune per i viaggi nel deserto, aveva sviluppato un’attenzione particolare alle necessità delle popolazioni incontrate lungo il cammino, specialmente dei bambini: a cominciare dal Marocco era nato così un vero e proprio ponte di solidarietà con alcuni villaggi sahariani, grazie al quale si era potuto organizzare il trasporto sul posto di materiale scolastico e sanitario, l’allestimento di dispensari, la promozione di cooperative artigianali: nel rispetto delle culture locali e in spirito di condivisione. Il suo fondatore, un impiegato oggi 43enne, Luca Iotti, appassionato motociclista e viaggiatore, aveva trovato ben presto amici e altri volontari che si erano uniti al suo progetto. Da allora “Bambini nel deserto” (questo il nome dell’associazione) ha consolidato la sua struttura e allargato la sua attività; è diventata una Onlus che conta un centinaio tra soci e volontari e molti sostenitori in tutta Italia, ha realizzato oltre 130 progetti in sei Paesi dell’area sahariana (Marocco Mauritania, Burkina Faso, Niger, Mali, Benin), organizza spedizioni di materiali e promuove, in maniera organica e con la collaborazione di organizzazioni locali, iniziative nei settori specifici dell’approvvigionamento idrico, del sostegno alimentare, della salute, dello sviluppo economico e dell’istruzione. Luca ha lasciato da qualche tempo il suo lavoro di impiegato per dedicarsi interamente all’attività dell’associazione. L’iniziativa più recente, per cui torniamo a parlare di “Bambini nel deserto”, riguarda proprio l’istruzione. Da qualche mese, infatti, nel Burkina Faso, nei villaggi di Bassi e Zanga, si è concluso il percorso didattico della scuola primaria intitolata a Tiziano Terzani, costruita nel 2004 dall’associazione grazie al contributo della provincia di Modena e della Casa editrice dello scrittore scomparso. Per la prima volta in questa regione, abitata da popolazioni di due etnie, i Mossi, agricoltori, e i Peul, allevatori, un gruppo di bambini potrà accedere agli studi superiori, conseguendo un livello di istruzione fino a oggi impensabile per le popolazioni rurali. Il problema è che non tutte le famiglie del posto possono permettersi di mantenere agli studi avanzati i loro figli. L’associazione “Bambini nel deserto” ha promosso così una forma di microcredito che finanzierà il proseguimento degli studi per quattro di loro fino al diploma. In cambio le famiglie si impegnano a restituire poco alla volta il denaro ricevuto, promovendo piccole attività commerciali e agricole (allevamento, produzione di burro di arachide) attraverso le quali sosterranno il bilancio familiare.