Dopo la pandemia mi sono resa conto che mia figlia 12enne è diventata molto dipendente dalle tecnologie. Io lavoro come docente a scuola e mi rendo conto che la tanto sbandierata educazione digitale non sortisce i risultati attesi, anzi. Una domenica eravamo in montagna. A mia figlia è caduto lo smartphone nella neve, mentre viaggiava in seggiovia. È stato impossibile recuperarlo. Io ho approfittato di questo evento e ho deciso che avrei sospeso la concessione di uno smartphone a uso personale alla ragazza. Per averne uno nuovo dovrà attendere i 14 anni. Ho trovato molte conferme a questo approccio anche nel suo libro Vietato ai minori di 14 anni (De Agostini ed.). Però in seguito a questa decisione ora ho tutta la famiglia contro, incluso mio marito. Comincio a vacillare perché mi trattano come se io avessi rovinato la vita a tutti prendendo questa decisione.
KATIUSHA
— Cara Katiusha, in effetti hai preso una decisione davvero controcorrente. La caduta accidentale dello smartphone nella neve ha comportato, per tua figlia 12enne, l’interruzione sistematica di tutta la sua vita online Una vita che già aveva intrapreso. Per sostenere un cambio di posizione così drastico ci sono due pre-requisiti da verificare: che voi genitori siate d’accordo nel cambiare rotta rispetto alle navigazioni online della ragazza.
Ma questa cosa non è avvenuta, anzi, vostra figlia in casa si è alleata con il padre e a questo punto quella che tu ritieni una scelta educativa avviene in contrasto con il modo di vedere le cose dell’altro genitore. Questa situazione non va bene: se tu sei davvero convinta che questa sia la scelta giusta per voi, allora devi rendere anche il papà capace di comprenderne il senso e le motivazioni, così da averlo come alleato in una decisione che molte famiglie trovano davvero impegnativa.
In secondo luogo è davvero importante che vostra figlia abbia la possibilità di proseguire la sua vita social e online all’interno di un device famigliare, quindi non di suo possesso personale, ma gestito da voi adulti. Questo permetterà a lei di non sentirsi tagliata fuori dalle dinamiche di socializzazione virtuale che ormai aveva intrapreso e al tempo stesso consentirà a voi adulti di avere un maggior controllo e di fornire una migliore supervisione educativa alla sua vita digitale.
Anch’io sono un fautore del principio “niente smartphone prima dei 14 anni” però, se così deve essere, allora il principio deve essere applicato da subito e non modificato in corso d’opera. Vi consiglio, di leggere tutti insieme, il libro Figli di internet. Come aiutarli a crescere tra narcisismo, sexting, cyberbullismo e ritiro sociale di M. Lancini e L. Cirillo (Erickson ed.) che aiuta a capire quali attenzioni educative non devono mai mancare nella vita in Rete dei nostri figli preadolescenti.