Sono 650,50 euro lordi i soldi che percepisce, come trattamento previdenziale, il presidente della Conferenza episcopale italiana. La precisazione della cifra viene direttamente dalla Cei. Che smentisce nel modo più categorico i «dati non veri e non verificati, relativi a una presunta
pensione che il cardinale Angelo Bagnasco percepirebbe in qualità di ex Ordinario
militare».
Una polemica, quella sui dati relativi agli stipendi dei cappellani militari, tornata in auge in vista della presentazione della bozza ufficiale di riforma dell'ordinariato militare. Riforma che, portata avanti dalla Commissione paritetica, che comprende rappresentanti del Governo, della Cei e della Santa Sede, regola il ruolo dei sacerdoti all'interno delle Forze armate e i relativi stipendi. Partendo dalla necessità di garantire l'assistenza spirituale dei nostri militari riducendo la spesa dello Stato la commissione ha ipotizzato, sulla base dell'esperienza, di ridurre la pianta organica dei cappellani da 204 persone a quello di 162 con una spesa che si riduce dai poco più di nove milioni di euro a quasi sei milioni di euro tagliando soprattutto sui 12 dirigenti con lo stipendio più alto. E risparmiando pure sugli straordinari. Per i sacramenti e le celebrazioni, infatti, il cappellano militare «non ha orari come tutti i preti del mondo», precisa l'ordinario Santo Marcianò.
Oltre all'ordinario militare e al vicario generale militare gli altri 160 cappellani potranno accedere soltanto ai gradi da tenente a tenente colonnello. Con la riforma, al grado più alto di tenente colonnello si arriva dopo 30 anni di servizio, dieci da tenente, altri dieci da capitano, e dieci da maggiore.
Per quanto riguarda gli stipendi i cappellani guadagnano da un minimo di 1.600 euro netti per i nuovi arrivati ai 3.000 di un colonnello. Con la nuova Intesa si potrà arrivare ai 2.000 euro di un tenente colonnello.
Attualmente in servizio, ci sono 158 cappellani così suddivisi: 2 generali, 8 colonnelli, 36 tenenti colonnelli, 25 maggiori, 57 capitani, 17 tenenti, 13 ufficiali di complemento. La maggioranza (61) sono nell'Esercito, 29 nei Carabinieri, 27 nella Guardia di finanza, 23 nell'Aeronautica e 18 nella Marina.