La donna, 47 anni, ex dipendente delle poste, è stata ricoverata più volte negli ospedali dell'hinterland milanese per ferite provocate da calci, pugni, morsi e da colpi con oggetti contundenti. Una lista impressionante contenente ogni tipo di maltrattamento. Il compagno, disoccupato con precedenti per truffa, è stato arrestato con l'accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate e continuate, ed è attualmente nel penitenziario di Busto Arsizio.
Le violenze sarebbero iniziate non appena la coppia ha iniziato la convivenza, nel 2012, e si sono protratte nonostante i 15 ricoveri in vari ospedali della zona e con evidenti segni di violenza nonostante i vicini avessero sentito spesso le urla provenire dalla loro acasa e avessero soccorso la vittima che solo dopo quasi due anni la ha avuto la forza di chiamare la polizia.
Vittima che ha poi scelto di continuare a difendere il compagno violento non si sa se per paura o se per un sorta di amore malato e malsano.
Tuttavia le forze dell’ordine hanno potuto procedere con l’arresto grazie alla nuova legge contro il femminicidio, approvata lo scorso 15 ottobre. Il testo prevede infatti la possibilità di intervenire anche in assenza di denuncia della donna . Infatti il testo, all’art. 14, parla della possibilità, in caso di segnalazioni di evidenti violenze domestiche, di: “procedere, assunte le informazioni necessarie da parte degli organi investigativi e sentite le persone informate dei fatti, all’ammonimento dell’autore del fatto”.
E i segni evidenti di questa violenza sono tantissimi e inequivocabili. Resta da capire come mai gli ospedali e i vicini, testimoni consapevoli dell’orrore, non abbiano avuto né la correttezza né l'umanità, né il coraggio per denunciare la situazione.