MIRIAM D. Papa Francesco ha detto
che «la nostra preghiera è alla radice
della pace». Sì, ma in che modo? Perché
Dio, che vede la sofferenza di tanti innocenti
nelle guerre, non fa niente?
Spesso equivochiamo il senso dell’autentica
preghiera, che non si rivolge a
Dio perché esaudisca i nostri pur lodevoli
desideri, ma perché renda attuali le sue
promesse. In questo senso non preghiamo
perché Dio adempia la nostra volontà, ma
perché noi impariamo a fare la sua volontà
(così san Tommaso d’Aquino). Se infatti
il Signore intervenisse su tutte le sciagure
umane, a impedire ogni violenza e ingiustizia,
la storia sarebbe come lo scenario
di una rappresentazione di pupi e lui il
puparo che la manovra. Invece ha creato
gli uomini intelligenti e liberi e non si sostituisce
a loro perché non li vuole schiavi
sia pure del bene. Allora la frase di papa
Francesco significa che la preghiera autentica
è quella che cambia i nostri cuori,
purica le nostre menti, ci rende uomini
nuovi, ossia costruttori di giustizia e di
pace. E ne abbiamo bisogno tutti perché
la giustizia e la pace piuttosto che piovere
dal cielo devono germogliare da una terra
abitata da uomini di buona volontà.