Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 07 novembre 2024
 
 

A che serve la preghiera se Dio non interviene?

03/11/2017 

MIRIAM D. Papa Francesco ha detto che «la nostra preghiera è alla radice della pace». Sì, ma in che modo? Perché Dio, che vede la sofferenza di tanti innocenti nelle guerre, non fa niente?

Spesso equivochiamo il senso dell’autentica preghiera, che non si rivolge a Dio perché esaudisca i nostri pur lodevoli desideri, ma perché renda attuali le sue promesse. In questo senso non preghiamo perché Dio adempia la nostra volontà, ma perché noi impariamo a fare la sua volontà (così san Tommaso d’Aquino). Se infatti il Signore intervenisse su tutte le sciagure umane, a impedire ogni violenza e ingiustizia, la storia sarebbe come lo scenario di una rappresentazione di pupi e lui il puparo che la manovra. Invece ha creato gli uomini intelligenti e liberi e non si sostituisce a loro perché non li vuole schiavi sia pure del bene. Allora la frase di papa Francesco significa che la preghiera autentica è quella che cambia i nostri cuori, purica le nostre menti, ci rende uomini nuovi, ossia costruttori di giustizia e di pace. E ne abbiamo bisogno tutti perché la giustizia e la pace piuttosto che piovere dal cielo devono germogliare da una terra abitata da uomini di buona volontà.

I vostri commenti
3

Stai visualizzando  dei 3 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo