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martedì 29 aprile 2025
 
giorno 7
 

A Gerusalemme, davanti al Muro del Pianto

21/11/2022  Sostiamo una buona mezz’ora, raccolti, cercando di vivere in comunione con i fratelli e le sorelle ebrei che muovono il busto avanti e indietro mentre pronunciano le loro orazioni. Tocchiamo le pietre, ci raccogliamo, immaginiamo Gesù che ha visto e calcato il pavimento del Tempio

20 novembre 2022

È la solennità di Cristo Re dell’Universo, ultima del Tempo Ordinario, e il nostro pellegrinaggio ci porta nel luogo della Passione, morte e Risurrezione di Gesù, Gerusalemme. Il Santo Sepolcro ci aspetta, ma sappiamo già da chi ha esperienza diretta del luogo – in particolare la nostra biblista Laura Paladino –, che oggi ci sarà tantissima gente perché è la domenica di Cristo Re e anche perché il clima è primaverile e molti saranno attratti ad andare nella Città Santa in questo giorno, che per gli Ebrei e gli Arabi è semplicemente feriale, destinato alle cose di tutti i giorni.

La MSC Lirica attracca alle 6 del mattino al porto di Haifa, nel nord del Paese. L’emozione è tanta: molti dei pellegrini si avvicinano ai luoghi della Salvezza per la prima volta. Alle 7,30 ci ritroviamo muniti di passaporto nel teatro Broadway, quello dove celebriamo normalmente la Messa e che la sera e la notte è luogo di tanti interessanti e pirotecnici spettacoli. Le procedure di sbarco e di controllo delle autorità israeliane si svolgono normalmente e senza intoppi. Alle 8,30 la nostra carovana di pellegrini di Famiglia Cristiana si imbarca su quattro autobus, che dopo due ore e mezza ci porteranno a destinazione. Le guide israeliane ci illustrano lungo il percorso la forza e le debolezze dello Stato di Israele, schiacciato tra esigenze di sicurezza – che ne fanno una società in perenne stato di guerra, anche se poi per le strade non ce ne accorgeremo perché tutto sembra normale –, e un’economia che va a mille, anche perché qui gli effetti del caro energia non si vedono, considerato che esistono da alcuni anni grandi attività di estrazione di gas al largo delle coste, che rendono lo Stato di Israele abbastanza indipendente dal punto di vista energetico.

Arriviamo così a Gerusalemme alle 11,15. Subito ci rechiamo, divisi in quattro gruppi, al Muro del Pianto, l’unica parte del Secondo Tempio che è sopravvissuta alla distruzione avvenuta nel 70 d.C. e ai secoli di guerre e occupazioni, che non sono grazie a Dio riuscite a cancellare le vestigia dell’antica Israele. Al Muro accediamo dopo i soliti controlli di polizia e ci spargiamo, divisi fra uomini e donne (visto che i luoghi adibiti alla preghiera sono separati), nell’area adiacente al Muro stesso. Sostiamo una buona mezz’ora, raccolti, cercando di vivere in comunione con i fratelli e le sorelle ebrei che muovono il busto avanti e indietro mentre pronunciano le loro orazioni. Tocchiamo le pietre, ci raccogliamo, immaginiamo Gesù che ha visto e calcato il pavimento del Tempio di Gerusalemme, lo stesso che ora noi stiamo calpestando! Ci muoviamo poi verso la Città vecchia, nella calca di gente che fa le compere, che porta le merci negli infiniti negozietti del quartiere arabo che attraversiamo in mezzo a torme di turisti (fra cui noi) – annusando gli odori tipici dei prodotti mediorientali e ascoltando il forte vociare in lingua araba apparentemente disordinato, ma che governa meglio di un semaforo o di un vigile l’andirivieni infinito di gente e carretti –, fino a giungere alla Via Dolorosa, quella che fece Gesù carico della croce per raggiungere il Golgota ed essere crocifisso per salvare l’umanità intera. Ci emozioniamo quando giungiamo alla V stazione, dove il Figlio dell’Uomo viene aiutato dal Cireneo a portare la croce. Il nostro percorso, in un vicolo affollatissimo (come lo era quando Gesù fece lo stesso cammino!), ci porta alle stazioni VI (quello della Veronica che asciuga il volto di Gesù) e VII (la seconda caduta). Giungiamo, infine, alla Chiesa del SS. Salvatore, sede della Custodia di Terrasanta tenuta dai Frati Minori Francescani, dove, accolti da Fra Alessandro Coniglio, professore di Sacra Scrittura e Consigliere della Custodia, alle 13 celebriamo la Messa, in un clima molto spirituale e raccolto. Cogliamo tutti dalle parole di Fra Alessandro cosa significhi la regalità di Cristo, che dalla croce governa il mondo, servendolo. Ne usciamo tutti rinfrancati e incoraggiati nel cammino di fede. Dopo la sosta nel ristorante, dove mangiamo cibi tipici locali, giungiamo finalmente al Santo Sepolcro. È un’emozione enorme, qui Gesù è stato sepolto e qui è risorto, da qui ha salvato l’umanità intera! Ci fermiamo un’ora scarsa dentro la chiesa, molto grande ma con un’enorme calca di gente che cerca in tutti i modi di raggiungere i luoghi più significativi. Ci spargiamo per quest’ultima fondamentale tappa del nostro pellegrinaggio. Ognuno cerca di raccogliersi come può, di offrire la propria vita e la propria storia al Cristo perché vi innesti vitalmente la sua.

Raccolti di nuovo fuori dalla chiesa, alle 17 facciamo ritorno al piazzale degli autobus e di lì di nuovo ad Haifa, dove ci imbarchiamo di nuovo alle 19,30, stanchissimi ma felici. Ci accorgiamo che l’uomo – ieri come oggi, un oggi dominato sempre più dal virtuale – ha bisogno di cose da toccare, di cibi da assaggiare, di rumori da ascoltare. Gli stessi che toccò, assaggiò e ascoltò il Figlio dell’Uomo quando offrì la sua vita in sacrificio di soave odore per tutti noi.

Ripartiamo, domani sarà un giorno intero di navigazione in cui avremo la possibilità di rielaborare le tante emozioni di oggi.

 

Stefano Stimamiglio

 

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