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venerdì 11 ottobre 2024
 
 
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A Maputo gli ex detenuti preparano ostie per tutti

14/03/2019  Nella Casa della misericordia, che riabilita persone uscite dal carcere, è nato un laboratorio che produce il pane eucaristico. L’iniziativa, chiamata “Il senso del pane in Mozambico”, in realtà è figlia di un progetto nato nel carcere milanese di Opera

A Maputo l’aria è rovente e l’umidità toglie il fiato. La brezza dell’oceano non basta a lavare il sudore e purificare i peccati: in carcere si boccheggia, letteralmente. Lo sa bene padre Antonio Perretta, che ha scelto di diventare missionario quando aveva 7 anni. È più di un quarto di secolo, ormai, che accarezza le povertà del mondo come sacerdote della Comunità missionaria di Villaregia (www.cmv.it). E nella capitale del Mozambico — quasi due milioni di abitanti, «dove i cattolici sono il 28 per cento della popolazione e molti di loro non sanno fare neanche il segno della croce» — la situazione è spesso difficile.

«La Chiesa, in questo Paese, è ancora giovane: ha “appena” 500 anni. Ma i problemi», dichiara il missionario, «sono numerosi e, spesso, concreti: ad esempio, la difficoltà nella ricerca delle ostie, in parte dovuta al fatto che le comunità che compongono le parrocchie sono sparse su territori molto vasti, si addentrano per chilometri in sentieri sabbiosi. E poi, le ostie sul mercato spesso sono di qualità scadente… Questo rende problematica la distribuzione dell’Eucaristia nelle parrocchie. Per non parlare, poi, delle carceri». Dove le persone detenute sono numerosissime (quasi tutti giovani e per delitti di piccola entità), «l’alimentazione è inadeguata, l’igiene precaria, i servizi sanitari poco efficienti e mancano quasi completamente programmi di reinserimento e di accompagnamento psico-spirituale».

Una speranza viene dal progetto “Laboratorio della libertà”, creato nell’ambito della pastorale penitenziaria arcidiocesana, che interessa circa 3.500 detenuti in quattro istituti del Paese: prevede percorsi di crescita spirituale e umana attraverso molteplici attività come la preghiera e la catechesi, la formazione biblica, la Scuola di vita, i laboratori professionali... «L’obiettivo», evidenzia padre Antonio, «è aiutare chi ha sbagliato a orientarsi verso il bene e il rispetto per l’altro, favorendo il reinserimento nella società, senza ricadere nel crimine».

L’INCONTRO CON MILANO

Proprio per offrire alle persone detenute una possibilità di riscatto e, allo stesso tempo, per rifornire le parrocchie di ostie, è nato il progetto “Il senso del Pane… in Mozambico”, gemmato dall’omonimo italiano: un laboratorio nel carcere di massima sicurezza di Opera, allestito da Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, dove tre persone detenute, che scontano una pena per omicidio, preparano e donano alle realtà che ne fanno richiesta le particole per l’Eucaristia.

IL LABORATORIO A MAPUTO

  

Attraverso delle lezioni video, girate nel penitenziario alle porte di Milano, Cristiano, Mattia ed Enzo hanno fornito in Mozambico una vera e propria guida per realizzare ostie. «L’aspetto più importante», rileva Arnoldo Mosca Mondadori, presidente della fondazione, «è che i detenuti sono diventati formatori e l’Eucaristia è stata posta al centro di un progetto di evangelizzazione e spiritualità concreta: il riscatto umano e sociale non può prescindere dalla trasformazione del cuore e dalla consapevolezza che tutti, in una rinnovata dignità, siamo figli di Dio, possiamo meritare fiducia e possiamo farci prossimi degli altri, come buoni Samaritani sulle vie delle coscienze e sulle strade del mondo».

Così, lo scorso dicembre, è nato un laboratorio anche in Mozambico, con detenuti ed ex detenuti ospiti nella Casa della Misericordia: «L’esperienza del carcere di Opera», afferma Mosca Mondadori, «ha gemmato al suo interno questa realtà in uno dei Paesi più difficili dell’Africa, segno evidente del potere salvifico e di condivisione dell’Eucaristia».

«È il Vangelo», richiama padre Antonio, «che ci invita a visitare i “detenuti” per incontrare in loro la persona stessa di Cristo per renderli pienamente figli di Dio». Lo sa bene Fernando, il primo giovane entrato nella Casa della Misericordia: «Sto imparando a fabbricare le ostie», racconta, «ed è un’esperienza molto interessante e ricca spiritualmente, che mi riempie di allegria. Sono battezzato da poco meno di un anno e per me è bello realizzare il pane dell’Eucaristia».

Quando, in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia, la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti decise di realizzare il laboratorio nel carcere di Opera, l’obiettivo era quello di offrire una testimonianza di misericordia sul valore dell’Eucaristia nella Chiesa.

UN’IDEA CHE CRESCE

«Papa Francesco ha ricevuto i detenuti, benedetto il progetto e consacrato le nostre ostie», afferma Arnoldo Mosca Mondadori, «e per noi è stata una gioia immensa metterci a servizio della Chiesa. In questi mesi, “Il senso del pane” ha visto l’adesione di decine di diocesi italiane e straniere, congregazioni religiose, circa 300 tra parrocchie, monasteri, realtà cristiane cattoliche non soltanto in Italia. Con il Mozambico, si aggiunge un ulteriore tassello di questa missione». Che, nei prossimi mesi, arriverà nello Sri Lanka. «In accordo con il vescovo locale», chiosa Mosca Mondadori, «creeremo un laboratorio anche in quel Paese. Le offerte ricavate dalla produzione delle ostie serviranno a sostenere economicamente le ragazze e le bambine che correrebbero il rischio di doversi prostituire o scegliere matrimoni di convenienza». Così che, come ha insegnato il Giubileo, la Misericordia si trasformi in carità. È possibile richiedere gratuitamente le ostie scrivendo a: ilsensodelpane@gmail.com

 
 
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