Stefano Callegaro durante Masterchef (foto Bevilacqua)
Girare per Rovigo con Stefano
Callegaro, 42 anni
originario di Adria, in
questi giorni è davvero
un’impresa. Il 5 marzo
è stato proclamato
vincitore della quarta
edizione di Masterchef,
in onda su Sky, e da quel momento è
la gloria cittadina. Richieste di selfie,
foto rubate e abbracci. E lui, perfettamente
nella parte, dall’alto del suo
metro e novanta si concede con simpatia
ai fan. Sa che il successo è anche
questo e non si lamenta affatto.
Anche perché l’anno che ha alle spalle
è davvero unico.
Dodici mesi che
hanno visto la sua vita cambiare vorrei portare avanti con Mariella.
Ma per ora è rimandato, poiché lei fa
la mamma a tempo pieno. Quando
Andrea sarà più facile da gestire ci
penseremo».
Insomma, appare chiaro che Stefano
si avvia a diventare non solo
un grande cuoco e un ristoratore di
successo, ma sicuramente anche un
bravo genitore: «Gli impegni sono
davvero tantissimi, per questo voglio
dedicare ad Andrea il cento per cento
del mio tempo libero: sono pazzo di
lui».
Alle spalle una famiglia d’origine
dove si crescono dei campioni, in
ogni campo: «Ho un fratello gemello,
Massimo, che sin da piccolo, spronato
da mio padre, ha praticato il tennis
ad alto livello. Insieme hanno girato
l’Italia e l’Europa per gare e tornei. Io
li vedevo poco e restavo a casa con la
mamma. Da lei ho ereditato la
completamente.
Era un agente immobiliare,
oggi è uno chef, lavora
in un ristorante del centro (Hostaria
Hospital), ha vinto 100 mila euro e
pubblicherà un libro di ricette. Ha
realizzato un sogno. Anzi due perché,
è anche diventato papà.
Un mese fa lui e Mariella hanno
avuto Andrea. Per ora al piccolo, che
appena potrà gusterà piatti impiattati
e cucinati alla perfezione, solo
latte materno e tanto affetto: «Con il
premio per la vittoria uno dei progetti
è aprire un ristorante, un sogno che grande sensibilità che mi caratterizza.
E ovviamente l’amore per la
cucina».
Suo fratello, racconta quindi
Stefano, ha un fantastico rovescio ma
non cucina. Lui cucina ma è anche un
ex sportivo: «Ho praticato il rugby in
serie A. Ero nel Rovigo. Dopo un grave
incidente mi sono dedicato alla pallavolo
». Studi all’istituto alberghiero,
Marketing all’università a Padova e
un buon lavoro come agente immobiliare.
Ma la sua vera passione è da
sempre un’altra: «Cucino da quando
avevo 5 anni e il mio primo piatto e il
mio preferito è risi e bisi. Mi ricorda
mia madre e mia nonna, mie maestre
di vita». Non lo ha proposto durante
la gara perché mai avrebbe osato farlo
davanti a Cracco. Una gara che spesso
appare esageratamente stressante e si
attira molte critiche per come vengono
trattati i concorrenti: «È molto impegnativo
girare Masterchef. Tre mesi
di riprese e ore e ore di lavoro giornaliero.
Una sola licenza di tre giorni».
Ma ciò che si percepisce esternamente
non è vissuto allo stesso modo: «Se
vivi quel contesto capisci che i giudici
sono tre mostri sacri che si prestano a
giudicare piatti di dilettanti. Lo fanno
seriamente e con rispetto e si accettano
le critiche perché sono utili».
IL SEGRETO DELLA VITTORIA
L’Italia
conosce il nome del vincitore solo da
poche settimane, ma il programma è
stato registrato durante l’estate e la
finale (che ha avuto ascolti record su
Sky ed è stata la più vista delle quattro
edizioni) a inizio settembre. Difficile
mantenere il segreto in questi mesi?
«Lo sapevano solo Mariella e i
miei genitori. Ma non ho fatto fatica
a tenere nascosta la vittoria perché ho
firmato un contratto. Sono ligio alle
regole e non potrei mai, per come sono fatto, non rispettarlo».
Domanda
d’obbligo: chi cucina in famiglia?
Stefano o Mariella? «Chi ha meno
impegni. Non ci sono regole. Anche se
adesso tra il bambino e l’improvvisa
notorietà il nostro frigorifero è spesso
vuoto. Sembra una Mystery Box (una
delle prove di Masterchef in cui i concorrenti
devono preparare un piatto
con i pochi ingredienti che hanno a disposizione,
ndr). Comunque se vogliamo
farci un regalo cuciniamo a quattro
mani. Come cuochi siamo diversi,
lei è pugliese, io veneto. Il piatto che ci
accomuna è il pesce».
STEFANO E I SUOI GIUDICI
Stefano Callegaro,
masterchef a tutti gli effetti, ha
un solo punto debole, la pasticceria. Lo
sa bene chi ha seguito la puntata in cui
i concorrenti dovevano preparare una
torta di nozze: «La pasticceria è un’arte
culinaria più vicina alla chimica. Le
dosi sono fondamentali e non si può
sbagliare. Io sono più istrionico, e poi
non amo i dolci». Uno dei tre peggiori
secondo il più severo dei pasticceri, Iginio
Massari, ma adesso sono gli altri a
cercare un suo giudizio: «L’altro giorno
in un bar, una cameriera si è agitata
semplicemente nel prepararmi un
cappuccio. E se mangio al ristorante
esce il cuoco a chiedermi se va tutto
bene. Mi imbarazza. Non so mai se essere
sincero o dargli dei consigli quando
il piatto è terribile».
Impossibile pensare a un uomo
con la sua gentilezza che maltratta
l’autore di un piatto non riuscito.
Come a volte hanno fatto con lui durante
il programma Sky. Ma il rapporto
e la stima per i tre giudici è comunque
grande: «Joe Bastianich è il mio preferito.
Ha capito la mia passione e ha
innescato la mia ricerca di cambiamento.
Devo a lui la vittoria. Cracco
mi ha dato indicazioni utili per i piatti
della gara finale e di Barbieri ammiro
la maestria che vorrei possedere».
Una vera fortuna e un piacere
ascoltarlo mentre ci spiega la ricetta di
risi e bisi (non è un risotto ma più una
minestra, non bisogna mescolarlo...).
Verrebbe la tentazione di provarci. Con
la speranza di riuscire a metterci la sua
passione: ingrediente fondamentale
perché il piatto riesca e nessuno ci dica
“togliti il grembiule”.