Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
sabato 14 settembre 2024
 
Masterchef
 

«Ho realizzato un sogno. Anzi due»

18/03/2015  La nuova vita di Stefano Callegaro dopo la vittoria a "Masterchef": a Rovigo, e non solo, è una vera star. Lavora in un ristorante e si prepara ad aprirne uno tutto suo. Intanto pensa soltanto al suo bambino

Stefano Callegaro durante Masterchef (foto Bevilacqua)
Stefano Callegaro durante Masterchef (foto Bevilacqua)

Girare per Rovigo con Stefano Callegaro, 42 anni originario di Adria, in questi giorni è davvero un’impresa. Il 5 marzo è stato proclamato vincitore della quarta edizione di Masterchef, in onda su Sky, e da quel momento è la gloria cittadina. Richieste di selfie, foto rubate e abbracci. E lui, perfettamente nella parte, dall’alto del suo metro e novanta si concede con simpatia ai fan. Sa che il successo è anche questo e non si lamenta affatto. Anche perché l’anno che ha alle spalle è davvero unico.

Dodici mesi che hanno visto la sua vita cambiare vorrei portare avanti con Mariella. Ma per ora è rimandato, poiché lei fa la mamma a tempo pieno. Quando Andrea sarà più facile da gestire ci penseremo». Insomma, appare chiaro che Stefano si avvia a diventare non solo un grande cuoco e un ristoratore di successo, ma sicuramente anche un bravo genitore: «Gli impegni sono davvero tantissimi, per questo voglio dedicare ad Andrea il cento per cento del mio tempo libero: sono pazzo di lui».

Alle spalle una famiglia d’origine dove si crescono dei campioni, in ogni campo: «Ho un fratello gemello, Massimo, che sin da piccolo, spronato da mio padre, ha praticato il tennis ad alto livello. Insieme hanno girato l’Italia e l’Europa per gare e tornei. Io li vedevo poco e restavo a casa con la mamma. Da lei ho ereditato la completamente.

Era un agente immobiliare, oggi è uno chef, lavora in un ristorante del centro (Hostaria Hospital), ha vinto 100 mila euro e pubblicherà un libro di ricette. Ha realizzato un sogno. Anzi due perché, è anche diventato papà. Un mese fa lui e Mariella hanno avuto Andrea. Per ora al piccolo, che appena potrà gusterà piatti impiattati e cucinati alla perfezione, solo latte materno e tanto affetto: «Con il premio per la vittoria uno dei progetti è aprire un ristorante, un sogno che grande sensibilità che mi caratterizza. E ovviamente l’amore per la cucina».
Suo fratello, racconta quindi Stefano, ha un fantastico rovescio ma non cucina. Lui cucina ma è anche un ex sportivo: «Ho praticato il rugby in serie A. Ero nel Rovigo. Dopo un grave incidente mi sono dedicato alla pallavolo ». Studi all’istituto alberghiero, Marketing all’università a Padova e un buon lavoro come agente immobiliare. Ma la sua vera passione è da sempre un’altra: «Cucino da quando avevo 5 anni e il mio primo piatto e il mio preferito è risi e bisi. Mi ricorda mia madre e mia nonna, mie maestre di vita». Non lo ha proposto durante la gara perché mai avrebbe osato farlo davanti a Cracco. Una gara che spesso appare esageratamente stressante e si attira molte critiche per come vengono trattati i concorrenti: «È molto impegnativo girare Masterchef. Tre mesi di riprese e ore e ore di lavoro giornaliero. Una sola licenza di tre giorni». Ma ciò che si percepisce esternamente non è vissuto allo stesso modo: «Se vivi quel contesto capisci che i giudici sono tre mostri sacri che si prestano a giudicare piatti di dilettanti. Lo fanno seriamente e con rispetto e si accettano le critiche perché sono utili».

IL SEGRETO DELLA VITTORIA

L’Italia conosce il nome del vincitore solo da poche settimane, ma il programma è stato registrato durante l’estate e la finale (che ha avuto ascolti record su Sky ed è stata la più vista delle quattro edizioni) a inizio settembre. Difficile mantenere il segreto in questi mesi? «Lo sapevano solo Mariella e i miei genitori. Ma non ho fatto fatica a tenere nascosta la vittoria perché ho firmato un contratto. Sono ligio alle regole e non potrei mai, per come sono fatto, non rispettarlo».

Domanda d’obbligo: chi cucina in famiglia? Stefano o Mariella? «Chi ha meno impegni. Non ci sono regole. Anche se adesso tra il bambino e l’improvvisa notorietà il nostro frigorifero è spesso vuoto. Sembra una Mystery Box (una delle prove di Masterchef in cui i concorrenti devono preparare un piatto con i pochi ingredienti che hanno a disposizione, ndr). Comunque se vogliamo farci un regalo cuciniamo a quattro mani. Come cuochi siamo diversi, lei è pugliese, io veneto. Il piatto che ci accomuna è il pesce».

STEFANO E I SUOI GIUDICI

  

Stefano Callegaro, masterchef a tutti gli effetti, ha un solo punto debole, la pasticceria. Lo sa bene chi ha seguito la puntata in cui i concorrenti dovevano preparare una torta di nozze: «La pasticceria è un’arte culinaria più vicina alla chimica. Le dosi sono fondamentali e non si può sbagliare. Io sono più istrionico, e poi non amo i dolci». Uno dei tre peggiori secondo il più severo dei pasticceri, Iginio Massari, ma adesso sono gli altri a cercare un suo giudizio: «L’altro giorno in un bar, una cameriera si è agitata semplicemente nel prepararmi un cappuccio. E se mangio al ristorante esce il cuoco a chiedermi se va tutto bene. Mi imbarazza. Non so mai se essere sincero o dargli dei consigli quando il piatto è terribile».

Impossibile pensare a un uomo con la sua gentilezza che maltratta l’autore di un piatto non riuscito. Come a volte hanno fatto con lui durante il programma Sky. Ma il rapporto e la stima per i tre giudici è comunque grande: «Joe Bastianich è il mio preferito. Ha capito la mia passione e ha innescato la mia ricerca di cambiamento. Devo a lui la vittoria. Cracco mi ha dato indicazioni utili per i piatti della gara ‰finale e di Barbieri ammiro la maestria che vorrei possedere». Una vera fortuna e un piacere ascoltarlo mentre ci spiega la ricetta di risi e bisi (non è un risotto ma più una minestra, non bisogna mescolarlo...). Verrebbe la tentazione di provarci. Con la speranza di riuscire a metterci la sua passione: ingrediente fondamentale perché il piatto riesca e nessuno ci dica “togliti il grembiule”.

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo