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giovedì 03 ottobre 2024
 
SCUOLA
 

A Monza lezioni in rete anche per i genitori (e si continua in estate)

14/05/2020  Intervista a don Sergio Massironi, 41 anni, rettore del Collegio Villoresi San Giuseppe di Monza e della sua seconda sede di Merate, istituti arcivescovili della Diocesi di Milano, dove in tempo di emergenza Covid--19 sono partiti anche i corsi di lingua inglese per i genitori. Qui, la seconda lingua è un'eccellenza e ci sono ben 30 insegnanti madrelingua: così, tutti gli allievi, dalla scuola dell'infanzia fino alla secondaria superiore, sono praticamente bilingui. I corsi, anche di supporto psicologico e psicopedagogico sia per i ragazzi che per le famiglie, si terranno anche durante l'estate, per aiutare tutti ad affrontare nel migliore dei modi questo difficile momento. Sul numero in edicola di Famiglia Cristiana, una grande inchiesta sulla scuola in tempo di Coronavirus, con l'intervista al ministro e la voce di docenti, genitori, studenti e sindacati.

Don Sergio Massironi, rettore del Collegio Villoresi di Monza.
Don Sergio Massironi, rettore del Collegio Villoresi di Monza.

Scuola nata all'inizio del Novecento, una lunga storia di eccellenza, il Collegio Villoresi San Giuseppe di Monza è espressione della Diocesi di Milano e ha sede anche a Merate. Si va dalla scuola dell'infanzia alla primaria, fino alla secondaria e alla secondaria superiore, con un liceo scientifico di scienze applicate e uno sportivo, fino all'istituto tecnico economico e al nuovo classico contemporaneo, in cui si studia oltra la cultura classica tradizionale greca e latina ma anche quella ebraico-cristiana.

«L'idea di questo progetto innovativo del nostro istituto è quella di rilanciare un nuovo umanesimo, che avvicina Gerusalemme ad Atene e Roma», spiega il rettore don Sergio Massironi, 41 anni, giornalista e scrittore, autore tra l'altro per le nostre Edizioni San Paolo. «La proposta è unica nel suo genere e presenta una formazione che unisce sin dal primo anno le materie più tipiche di indirizzo (come il Greco e il Latino) allo studio della contemporaneità. In particolare, “Cinema e Fotografia” e poi "Visual Studies" aprono al linguaggio dell’immagine, la cui padronanza è sempre più rilevante nell’era della comunicazione digitale. Altre materie nuove, come “Elementi di lingua e cultura ebraica”, allargano l’esplorazione del passato a una parte della nostra identità culturale cattolico-cristiana piuttosto sconosciuta agli studi classici tradizionali». 

Un'offerta di studi intelligente e ampia, che ha permesso a moltissimi studenti di entrare fin da piccolini e diplomarsi sempre restando dentro il Collegio.

«La nostra struttura è enorme e diversificata, è una scuola molto aperta, perciò anche chi è rimasto da noi da quando era piccolino fino all'ultimo anno di liceo o di istituto tecnico ha acquisito un'ampia competenza formativa», continua don Massironi.

Innovativo anche il Liceo scientifico a indirizzo sportivo. Gli studenti possono praticare diverse discipline, dal rugby al calcio, dalla danza al nuoto, dalla pallavolo al basket. «Collaboriamo tra l'altro con la Facoltà di Scinze Motorie dell'Università Cattolica di Milano, dove si sono formati molti dei nostri insegnanti.

Ma il vero fiore all'occhiello del Collegio Villoresi è l'inglese, studiato con insegnanti madrelingua fin dalla più tenera età. «I nostri ragazzi sono praticamente bilingue. In tempo di Covid-19 abbiamo messo a disposizione dei corsi di conversazione on line anche per i loro genitori, che proseguiranno poi per tutta l'estate. Molti di loro sono infatti rimasti a casa o lavorano in smart work. Così, hanno aderito in moltissimi. Li abbiamo divisi in piccoli gruppi e l'offerta è di un patio di lezioni a settimana».

L'intento è proprio quello di non lasciare da soli madri e padri in questo momento così difficile e di seguirli anche dopo la tradizionale chiusura scolastica estiva. Il collegio Villoresi ha messo così a disposizione anche dei ragazzi un supporto psicologico e psicopedagogico in rete, per affiancarli in questi mesi di assenza della scuola tradizionale.

«Ci rendiamo comunque conto che i nostri ragazzi e le loro famiglie sono fortunate», conclude il rettore. «Da noi nessuno manca degli strumenti tecnologici appropriati per seguire la scuola da remoto. In molte scuole pubbliche, soprattutto delle periferie della città, molti allievi non dispongono di tablet e computer e in questo momento sono lasciati a loro stessi. Riteniamo, in ogni caso, che è giusto cercare di mettere a profitto questi mesi così complicati, proprio per pensare a una scuola ancora più digitalizzata e tecnologica. Una grande prova, insomma, che non deve lasciare strascichi psicologici ed educativi nei ragazzi, ma che deve anzi rafforzarli, aiutandoli a sviluppare nuove competenze»

 
 
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