«Oggi», ha detto domenica scorsa ai fedeli della sua parrocchia, «è un giorno ordinario della nostra vita». Non era esattamente così per don Corrado Lorefice, 53 anni, vicario episcopale per la pastorale nella diocesi di Noto. Papa Francesco, sorprendendo tutti, lo ha nominato nuovo arcivescovo di Palermo. Parroco nella chiesa di San Pietro a Modica, prete di strada, in prima fila contro il racket della prostituzione e attento agli ultimi, don Lorefice succederà al cardinale Paolo Romeo, dimissionario da due anni, come da prassi quando si arriva ai 75 anni, nella guida dell’arcidiocesi più importante della Chiesa siciliana nonché sede cardinalizia. Senza dubbio la scelta di papa Francesco è nel segno dell’innovazione perché quello di don Corrado è un nome non di rango nei palazzi romani ma di forte militanza con gli ultimi. Come piace al pontefice argentino.
Don Corrado Lorefice insegna filosofia morale all’istituto teologico San Paolo di Catania e qualche anno fa ha firmato il saggio Dossetti e Lercaro: la chiesa povera e dei poveri, analizzando gli interventi del cardinale Giacomo Lercaro del 1962, anno in cui il presule ex arcivescovo di Bologna chiese con forza al Vaticano di tornare al mistero del Cristo povero e un libro su don Pino Puglisi: La compagnia del Vangelo. Discorsi e idee di don Pino Puglisi a Palermo. Due anni fa ha festeggiato i 25 anni di sacerdozio.
L'iter della nomina dell'arcivescovo per il successore del cardinale Romeo è stata lunga e complessa. Don Lorefice, che ha continuato la sua pastorale in questi anni tra la presenza in parrocchia e gli studi, è stato nominato arciprete di San Pietro nel febbraio del 2009, cercando di essere vicino ai poveri, ai giovani e a chi è in difficoltà. Particolare impegno ha dedicato anche all’attività della casa Don Puglisi di cui proprio in questi giorni ricorreva il 25° anniversario della fondazione.
Pare che a suggerire il suo nome al Papa sia stato anche don Luigi Ciotti che Francesco avrebbe consultato in virtù del suo impegno nella lotta alla mafia come presidente dell’associazione Libera. Sicuramente l’outsider don Lorefice incarna il modello della Chiesa in uscita e missionaria che vuole Bergoglio.
Originario di Ispica, nel Ragusano, don Lorefice, già vicedirettore del Seminario e spiccata capacità nel coinvolgere i giovani, nasce da una famiglia borghese. Dal balcone della casa paterna si affacciò Marcello Mastroianni nel film Divorzio all’italiana di Pietro Germi. Suo padre era grande animatore della confraternita di Spaccaforno. Le cronache locali raccontano che la scorsa estate a celebrare il matrimonio della nipote di don Corrado arrivò un sacerdote missionario per vent’anni in Argentina. Lì divenne amico di un gesuita che ora è Papa: Jorge Mario Bergoglio.
«Don Corrado», ha detto l’arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi, «è stato mio allievo allo Studio teologico San Paolo di Catania, lo conosco fin da ragazzo. Per Palermo è la scelta giusta anche perché ha da poco superato i cinquant’anni e quindi ha davanti un mandato lungo per programmare interventi profondi e pianificare bene la sua azione».