Con l’autunno riprende a Roma la stagione della grande musica. Riprende in un momento difficile, di grande incertezza, con lo spettro di nuove misure contro la pandemia che potrebbero limitare ulteriormente le attività dei teatri e delle sale da concerto. Sia l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia sia il Teatro dell’Opera hanno proposto concerti e spettacoli durante l’estate, ora riprendono l’attività al chiuso, sia pure con capienza limitata.
L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia inaugura la stagione sinfonica il 16 ottobre alle 20.30 con due capolavori diretti da Antonio Pappano. Il Te Deum di Anton Bruckner e il ciclo di lieder Das Lied von der Erde, di Gustav Mahler. Il Te Deum per soli, coro misto orchestra e organo è una grande pagina sacra che testimonia la grande fede di Bruckner (1824-1896).Composto in più versioni, il Te Deum venne presentato per la prima volta in pubblico nel 1885 a Vienna in una riduzione per pianoforte e voci diretta dallo stesso Bruckner. La versione per orchestra fu eseguita per la prima volta a Vienna nel gennaio del 1886 e fu l’ultimo concerto a cui assistette Bruckner prima della morte. I solisti impegnati al Parco della Musica sono Donika Mataj, Daniela Salvo, Anselmo Fabiani e Antonio Vincenzo Serra.
Senza intervallo, per evitare assembramenti, la serata prosegue con Das Lied von de Erde (Il canto della Terra), un ciclo di Lieder tratti da un'antologia di poesia cinese pubblicata nel 1907 a cura del poeta Hans Bethge. Eseguito postumo a Monaco di Baviera nel 1911, sei mesi dopo la scomparsa dell'autore, sotto la direzione di Bruno Walter, Das Lied von der Erde è strutturato sulla forma sinfonica e su quella del Lied che si fondono in una imponente Sinfonia per contralto, tenore e grande orchestra'. I solisti sono il contralto tedesco Gerhild Romberger e il tenore americano Clay Hilley, al suo debutto a Santa Cecilia.
Il concerto viene replicato il 17 e il 18 ottobre. Quello inaugurale viene trasmesso in diretta su Radio3 e dalle 21:15 su Rai5.
Domenica 18 ottobre alle 20.00 riapre le porte il Teatro Costanzi, casa del Teatro dell’Opera di Roma. In scena Zaide, un Singspiel incompiuto di Wolfgang Amadeus Mozart. “È la prima opera al tempo COVID che va in scena al Costanzi”, sottolinea il sovrintendente Carlo Fuortes. In sala non più di 500 spettatori per assistere a un’opera di cui sono rimasti soltanto quindici brani musicali. Manca l’ouverture, manca il finale e Mozart non vide l’opera mai eseguita. Il Singspiel ha avuto la prima rappresentazione postuma a Francoforte il 27 gennaio 1866. È incompleto anche il libretto di Johann Andreas Schachter, perciò lo si integra ogni volta che il Singspiel viene rappresentato. Nell’agosto del 1981, in occasione del festival di Batignano, Italo Calvino scrisse una sua visione del libretto. “Molte pagine mancano, forse sono state mangiate dai topi, o forse non sono mai state scritte. Ma da quello che resta, affiora una storia d’amore e d’avventura sullo sfondo dell’Oriente raffinato e crudele, come veniva rappresentato nei teatri del Settecento europeo”, scrive Calvino.
Nella versione in scena al Costanzi, tra un pezzo e l’altro cantati nel tedesco dei versi originali di Schachtner, si inserisce il testo di Calvino , recitato da Remo Girone, uno dei grandi attori del teatro italiano. Su podio Daniele Gatti, regia di Graham Vick. Zaide, giovane fanciulla favorita del Sultano, avrà la voce di Cher Reiss. Il Sultano Soliman è Paul Nilon, Juan Francisco Gatell è lo schiavo cristiano Gomatz. Completano il cast Markus Werba, Davide Giangregorio, Raffaele Feo, Luca Cervoni, Domingo Pellicola e Rodrigo Ortiz.
Si replica fino al 27 ottobre. La “prima” di domenica 18 sarà trasmessa in diretta da Radio3.