(Foto Reuters: Bradley Cooper e Lady Gaga alla Mostra del cinema di Venezia)
Il mito del pigmalione, il sogno della ragazza di periferia che diventa realtà. E' nata una stella torna al cinema con il suo terzo remake, questa volta con Bradley Cooper dietro la macchina da presa (da esordiente). Tutto iniziò con il film del 1937 di William A. Wellman, con la stessa trama del precedente A che prezzo Hollywood?. L’astro nascente aveva il volto di Janet Gaynor, e il film non era un musical. Poi nel 1954 arrivò la versione più famosa, quella rimasta nella storia. Le mani esperte di George Cukor dirigevano Judy Garland. Invece la vicenda più vicina a noi è quella con Barbra Streisand, che nel 1976 diede vita a un È nata una stella autoreferenziale, costruito per alimentare la fama della diva (anche se non ne aveva bisogno).
Oggi A Star Is Born sbarca al Lido di Venezia, con Bradley Cooper e la controversa Lady Gaga. La “saga” spegne ottantuno candeline, e si conferma un sempreverde per ogni generazione. Alla base, come sempre, la musica. Lui è un cantante affermato, lei si esibisce nei locali notturni. I due si incontrano quasi per caso, e scatta la scintilla. Nasce una storia d’amore destinata a scontrarsi con l’industria dello spettacolo, che i miti li crea e li distrugge in maniera spietata. Il principe azzurro in decadenza si attacca troppo spesso alla bottiglia, e i produttori lo vedono ormai come una minaccia. La bella invece ha talento e le carte in regola per sfondare. L’allieva supera il maestro e gli applausi del pubblico sono tutti per lei.
Cooper realizza un ottimo esordio, con un ritmo travolgente e un “tocco” umanista già riconoscibile. Punta il dito contro la necessità di apparire, contro il narcisismo che caratterizza la nostra epoca. Il giudizio degli altri ci condiziona, ci spinge a dimenticare la nostra identità. A Star Is Born è un viaggio alla ricerca di se stessi, è una critica all’ambizione sfrenata, che distrugge i sentimenti e i rapporti personali.
Il regista approfondisce la figura del bel tenebroso, scava nel suo passato travagliato, nel difficile rapporto col padre e col fratello. E poi lo rende saggio: «Se non canti con il cuore, la gente smetterà di ascoltarti. Bisogna mettersi a nudo, avere qualcosa da dire». È importante il “messaggio”, oltre alle immagini. Invita alla sincerità, invece di nascondersi dietro alle bugie. “Mostrarsi” significa avere la forza di condividere le proprie emozioni, non avere migliaia di like sui social.
Per i fan di Garland e Streisand non ci sono grandi sorprese, ma il film trova una sua originalità nell’alchimia tra Cooper e Lady Gaga. Lei, con milioni di dischi venduti, rivela un talento anche per la recitazione. Alterna le sequenze sul palcoscenico con i suoi tormenti per il marito alcolizzato (nel film), e regala un paio di hit che sentiremo ancora a lungo. Brilla, si strugge, rivela uno spirito innocente, e infiamma la Mostra. E, quasi irriconoscibile, si esibisce senza trucco.