La mia bambina ha tre anni. Quando viene a casa dall’asilo, imita di sana pianta tutti i suoni, le parole e i comportamenti degli altri bambini, parla con la voce degli altri suoi compagni ed è come se fosse un’attrice che entra in un altro personaggio. In particolare imita comportamenti negativi come lanciare oggetti, utilizzare parole poco gentili e soprattutto in quel momento non ascolta se io o il papà le parliamo.
Al colloquio le insegnanti hanno detto che la bambina è competente, si relaziona bene con i pari e le insegnanti. Mi colpisce però constatare che quando si arrabbia usa le mani, nonostante le diciamo di non farlo. Soprattutto quando è stanca le capita di utilizzare il gesto prima della parola. Sia io che il papà con lei non abbiamo mai utilizzato “la sculacciata” come metodo educativo: perché lo fa? E come la posso aiutare a non ripetere questo comportamento che io reputo profondamente sbagliato?
BEATRICE
— Cara Beatrice, la tua bambina ha 3 anni. Tu ti stupisci perché quando la tua bambina è arrabbiata le succede che il “gesto” venga prima della parola. Ovvero che per lei sia quasi automatico dare una pacca alla mamma o al papà che le hanno messo un confine oppure chiesto di tollerare qualcosa che per lei è frustrante.
Ciò che vedi in azione, però, non è la “violenza” della tua bambina, bensì la sua incompetenza autoregolativa. In effetti a 3 anni è ancora piccola per riuscire a trasformare in parola un’emozione così potente come la rabbia e quindi ciò che tu vedi in lei è la risposta impulsiva, ovvero istantanea e non “pensata” che la fa reagire a una situazione per lei difficile da “digerire”.
Penso che aiutare i bambini a mettere la parola prima del gesto sia un lavoro lungo e paziente che noi adulti dobbiamo fare con loro. Ogni volta che la vedi reagire in modo aggressivo e violento, fai un intervento in cui per prima cosa validi l’emozione che lei sta provando e poi aiutala a trovare un nuovo modo per condividere quell’emozione con te.
Puoi per esempio dirle: “Vedo che sei molto arrabbiata, però se proprio non puoi fare a meno di dare pugni, ti porto nell’angolo della rabbia. Li c’è un cuscino morbido con cui puoi sfogarti.Quando è ritornata la calma, ti aspetto e insieme faremo qualcosa di bello”. Questo genere di intervento aiuta il bambino a riconoscere ciò che sente, a controllare e gestire in modo molto più funzionale le sue risposte emotive e nel tempo a conquistare quella competenza autoregolativa che ancora non possiede.
È un lavoro paziente e fondamentale con cui, partendo da ciò che i nostri figli ci mostrano, noi genitori, come scultori della loro mente, li aiutiamo ad attivare nel loro cervello quei circuiti che collegano lo spazio delle emozioni con quello del pensiero, pre-requisito grazie al quale la tua bambina sarà capace di mettere la parola davanti al gesto.
Ti consiglio di leggere Rinascere mamma di V. Paolucci (Mondadori) che fornisce molte informazioni su come garantire alla tua bambina un’educazione e una vicinanza “ad alto contatto” e rispettosa, in grado di sostenerla nelle molte sfide evolutive della prima infanzia