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domenica 28 maggio 2023
 
 

A "Vivre en famille" il Premio Balzan

03/01/2015  L’associazione, nata in Francia 21 anni fa per assistere bambini con disabilità mentali, ha allargato la propria attività all’Africa. Ora ha ottenuto il prestigioso riconoscimento, in passato assegnato a figure come il santo papa Giovanni XXIII e la beata madre Teresa di Calcutta.

L’associazione “Vivre en famille”? «È la “suite” della nostra famiglia», dice con dolcezza Edith Labaisse, che 21 anni fa ha fondato in Francia con il marito Maurice l’organizzazione a cui il presidente Giorgio Napolitano ha consegnato al Quirinale il Premio Balzan per l’umanità, la pace e la fratellanza tra i popoli.

Nata per provvedere all’inserimento in famiglia di minori con disabilità mentali, “Vivre en famille” ha esteso la sua azione in Africa, in particolare nella Repubblica Democratica del Congo (RDC). Dove conserva la sua vocazione originaria di sostegno alle adozioni internazionali e lavora per garantire all’infanzia disagiata luoghi d’accoglienza, scuole e centri di cura, assistenza alle madri. «Cruciale il ruolo della famiglia nell’integrazione dei bambini disabili», rileva Edith. E aggiunge: «C’è ancora molto lavoro da fare per ridurre lo stigma nei confronti della disabilità, per far crescere una mentalità capace di superare i pregiudizi e le superstizioni nei confronti delle persone disabili».

Edith e Maurice Labaisse, fondatori di Vivre en famille, con i ragazzi della comunità creata in Congo.
Edith e Maurice Labaisse, fondatori di Vivre en famille, con i ragazzi della comunità creata in Congo.

La cifra ricevuta col Premio andrà tutta a iniziative africane

Grazie alla cifra ricevuta con il Premio Balzan (un milione di franchi svizzeri, pari a 830 mila euro) l’associazione aprirà un reparto di maternità; inoltre invierà forniture mediche e materiale didattico a una scuola di Ibambi, nella provincia orientale della RDC. Entrambe le strutture prenderanno il nome della Fondazione Balzan, presente così nel cuore dell’Africa. Saranno anche sostenute le donne vittime di violenza sessuale e aiutati 500 alunni pigmei che vivono lungo la foresta equatoriale.

Servizi «per i bambini che attendono di avere una famiglia», precisa Maurice. Insieme a sua moglie ha avuto sei figli e ne ha adottati altrettanti con disabilità mentali. Hanno aperto un centro residenziale per 21 persone disabili (oggi ci vivono in 19), altri sono stati accolti da varie famiglie.

Nel 1997 nasce per loro iniziativa “Family Life”, agenzia di adozioni internazionali per i bambini abbandonati a Gibuti in un orfanotrofio; oltre 700 di loro hanno trovato una famiglia che li ha accolti come figli. Riconosciuta nel 2008 a Kinshasa come Ong, oggi “Vivre en famille” opera in Congo come ente per le adozioni internazionali, prestando assistenza sanitaria ai piccoli abbandonati in orfanotrofi. Il sogno dei coniugi Labaisse? Estendere i progetti in Benin, Nigeria, Repubblica Centrafricana e Togo.

Il Premio Balzan per l’umanità, la pace e la fratellanza tra i popoli è un premio speciale, assegnato con un intervallo variabile ma non inferiore ai tre anni. Il riconoscimento – spiegano dalla Fondazione internazionale, fondata nel 1957 – «è destinato a onorare persone o istituzioni che si sono distinte per un’eccezionale opera di carattere umanitario».

Il Premiato 2014 è il decimo nella storia della Fondazione. Dal 1961, quando la Fondazione Nobel lo ricevette come primo Premio Balzan in assoluto, esso è stato assegnato al santo papa Giovanni XXIII (1962), alla beata Madre Teresa di Calcutta (1978), all’Alto Commissariato Onu per i rifugiati - Unhcr (1986), all’Abbé Pierre (1991), al Comitato internazionale della Croce Rossa (1996), ad Abdul Sattar Edhi (2000), alla Comunità di Sant’Egidio (2004), a Karlheinz Böhm (2007).

 
 
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