Sono stati gli scout e i giovani della Comunità Sant’Egidio, in prima fila con lo striscione Europe for Peace, seguiti dai rappresentanti delle organizzazioni promotrici e rappresentanti delle istituzioni (sindaci, gonfaloni, presidenti di Regioni e Province) ad aprire il lungo corteo per la pace che si è snodato per le strade di Roma partendo da Piazza della Repubblica e approdato in piazza San Giovanni.
Moltissime le bandiere arcobaleno e gli striscioni. Davanti alla basilica di Santa Maria degli Angeli ne è stato esposto uno con la parola "Pace" declinata dieci lingue”. Il corteo Europe for Peace raggiungerà piazza San Giovanni. Tra i leader politici, in piazza il presidente del M5s Giuseppe Conte, che manda un avvertimento al governo: «A Crosetto dico che visto che è stata votata una risoluzione in Parlamento, non si azzardi a decidere un nuovo invio armi senza un confronto in Parlamento».
Sul tema interviene anche il segretario del Pd Enrico Letta: «Sul nuovo decreto per l'invio delle armi all'Ucraina "quando il governo presenterà una proposta la vaglieremo. Abbiamo sempre detto che lavoreremo in continuità con quello chi si è fatto e in linea con le alleanze europee e internazionali di cui facciamo parteì. Siamo a nostro agio in una piazza che chiede pace e per noi pace vuol dire la fine dell'invasione russa. Questo è il punto centrale, la fine dell'invasione della Russia».
«Liberi insieme dalla guerra! Caro amico, sono contento che ti metti in marcia per la pace, qualsiasi sia la tua età e la condizione permettimi di dare del tu». Così inizia la lettera scritta dal presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi letta a piazza San Giovanni durante la manifestazione per la pace. «Ti do del tu perché da fratelli siamo spaventati da un mondo violento e guerriero e per questo non possiamo rimanere fermi. Quanti muoiono drammaticamente a causa della guerra. I morti non sono statistiche ma persone. Non c'è tempo da perdere perché tempo significa altre morti. Noi vogliamo dire che pace è indispensabile, perché è come l'aria e in questi mesi ne manca tanta. Le morti sono già troppe per non capire e se continua non sarà sempre peggio? Chi lotta per la pace è un realista, anzi un vero realista, perché sa che non c'è futuro se non insieme». Il presidente della Cei ha concluso affermando: «Papa Francesco con grande insistenza ha chiesto di fermare la guerra, noi chiediamo al presidente della federazione russa di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza. E chiediamo al presidente dell'Ucraina che sia aperto a serie proposte di pace».
Ansa-redfc