Quest’anno, come impegno di Quaresima in preparazione della Santa Pasqua, ci eravamo prefissi, assieme a voi cari lettori, di “dare un futuro” ai bambini profughi nei campi di Erbil nel Kurdistan, vittime della guerra e delle violenze dell’Isis. Bambini privi di tutto, assieme alle loro famiglie: dai vestiti al cibo, dalle medicine, alla scuola. La campagna che abbiamo chiamato “Emergenza Kurdistan” ha inteso ridare il sorriso ai più piccoli. E, come obiettivo minimo, aiutare almeno cento famiglie di sfollati con neonati o ragazzini. Con un occhio di particolare attenzione verso i cristiani perseguitati dell’Iraq e della Siria, profughi in questi campi di tende, container e baracche.
Prima della campagna, promossa assieme a Focsiv (la Federazione organismi cristiani servizio internazionale volontariato), siamo andati nei campi profughi di Erbil, dove il nostro inviato e vicedirettore Fulvio Scaglione ha potuto documentare le condizioni di vita nelle baracche, dove si ammassano migliaia di famiglie provenienti da Kobane e Aleppo. «Il miracolo della vita», ha scritto, «da queste parti, ha tanti nomi. Uno è quello di Amir, 6 anni, che quando mi vede entrare nel tugurio saltella allegro e corre a chiamare gli amici. Ci parliamo a gesti ma in un attimo arrivano un sacco di ragazzini, sporchi, qualcuno anche lacero, ma festosi».
Di bambini come Amir, oggi, è pieno il Kurdistan. Dalle zone cristiane dell’Iraq come Mosul o la Piana di Ninive, ma anche dalla Siria, sono arrivati due milioni e mezzo di profughi, e quasi 700 mila si sono stanziati nel capoluogo Erbil. Pochissimi hanno trovato una sistemazione, quasi tutti vivono da tempo nelle baraccopoli. Hanno bisogno di tutto. Il nostro aiuto è solo una goccia in un mare di necessità, ma tante gocce messe assieme formano l’oceano, diceva madre Teresa di Calcutta. Le donazioni serviranno – come abbiamo scritto – per offrire loro i prodotti di prima necessità: dal latte in polvere alle medicine, ma anche per dare un supporto alle mamme e per la scolarizzazione dei bambini.
(foto di Fulvio Scaglione).
Pasqua è appena trascorsa, è tempo di bilanci per la nostra campagna “Emergenza Kurdistan” che, in poche settimane, è andata ben oltre ogni più ottimistica previsione. La vostra straordinaria generosità, cari lettori, ci ha sorpreso ma anche commosso. E di questo non possiamo che dirvi grazie, a nome di tutti i bambini e le famiglie che usufruiranno del frutto delle vostre donazioni; oltre a costatare quanto grande è il cuore della “nostra famiglia” ogni volta che è sollecitata a intervenire per curare una delle “ferite” del corpo di Cristo risorto.
I contributi sono arrivati da tanti singoli lettori, ma anche da gruppi di preghiera, da parroci che hanno preso a cuore la “campagna” assieme alle loro comunità parrocchiali. C’è chi ha donato il corrispettivo dei pasti per il digiuno quaresimale, e chi ha fatto pervenire anche pochi euro in una busta, come l’evangelico “obolo della vedova”. A tutti voi, cari lettori, un grazie di cuore per questa straordinaria e tempestiva generosità, che si è concretizzata in una cifra attorno ai 250 mila euro. Appena possibile, vi racconteremo come verranno spesi questi soldi. Grazie!