«Quel bambino è vita». Rispondendo a una lettrice nella rubrica Colloqui col padre del numero di Famiglia Cristiana in edicola, don Stefano Stimamiglio, direttore della rivista, riflette sulla sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti. Se «l’aborto è un atto radicalmente ingiusto e se lo è una legge che lo consente, lo è ancor di più quando, come la nostra legge 194/78, prevede a carico dei consultori, e soprattutto a favore delle donne, alcuni meccanismi volti “a rimuovere le cause che le porterebbero alla interruzione di gravidanza”, spesso completamente disattesi».
La posizione della Chiesa, del resto, non è mai mutata fin dai primi secoli, come testimoniano tanti documenti ufficiali e il magistero costante dei Papi, tra questi, da ultimo, anche molte dichiarazioni di papa Francesco. Don Stimamiglio invita ad «astenersi dal giudizio, in primis verso le donne che accedono a tale pratica perché l’ultimo giudice della nostra coscienza è Dio, che conosce nell’intimo le nostre fragilità e le condizioni in cui conduciamo la nostra esistenza. A ciascuno di noi è chiesto di fare tutto il possibile perché ogni donna venga concretamente aiutata e ogni aborto venga evitato».