Alla fine, nonostante un dibattito appassionato, in Francia si compie il completo rovesciamento del valore della libertà, nella nazione che più di ogni altra ha messo al centro della propria identità questo valore. L’ennesimo esempio di antilingua, dove per difendere una ipotetica libertà dell’individualismo radicale e della “cultura dello scarto” si costruiscono divieti, proibizioni, censure. Sei libero di dire solo quello che lo Stato sceglie per te. Altrimenti sei un “fuorilegge”. Così Lo Stato francese ha deciso che di fronte all’aborto non c’è nemmeno la libertà di “dire”, magari su Internet, che l’aborto è male. E tantomeno di agire per informare e sostenere una donna che chieda aiuto per riflettere, per informarsi, e magari, perché no, per avere la libertà di poter scegliere anche di NON abortire.
È una legge liberticida, non c’è dubbio, ma come in tutte le società in cui il potere politico ha un progetto di controllo totale sulla società, autoritario o dispotico, proprio la legge assume una forma corretta, procedurale, “falsamente giusta”. Quella appena approvata in Francia, infatti, rende perseguibile chi diffonde “affermazioni o indicazioni tali da indurre intenzionalmente in errore, con scopo dissuasivo, sulle caratteristiche o le conseguenze mediche dell’interruzione volontaria di gravidanza”. Sottile, questo testo, in quanto può sostenere che è un mentitore chiunque dice che l’aborto è rischioso, che ha conseguenze sulla salute della donna, che lascia segni permanenti nella storia di una persona e che forse un ripensamento sarebbe anche possibile.
Chi dice questo spinge all’errore le persone. E quindi portiamolo davanti al giudice! E non conta il fatto che siano proprio le donne in gravidanza, davanti a una scelta così drammatica, a cercare liberamente altre informazioni, magari desiderando un ascolto reale e un aiuto concreto, navigando su qualche sito. No. La legge ti porta in tribunale, e sarà un giudice a dire e decidere se avevi la libertà di offrire liberamente informazioni o aiuto. Del resto, anche nel nazismo e nel peggiore periodo stalinista persone innocenti venivano continuamente messe a morte, perché nemiche del popolo, “ma solo dopo un regolare processo, a norma di legge”.
Dispiace vedere dove la ferocia ideologica può portare un’intera Nazione: a negare se stessa e i propri valori fondativi. Dove sta la libertà in questa legge? Dispiace anche vedere come l’ideologia conduce anche a cancellare quel movimento umano di solidarietà,di prossimità, di fraternità (un altro valore fondativo della Republique tradito!), che spinge a non lasciare da sole le donne in un momento di fragilità e vulnerabilità, testimoniando una prossimità che rende possibili anche scelte difficili, come la scelta di accogliere un bambino, nonostante le difficoltà, anziché scegliere di “perderlo per sempre”. Per provare ad impedire un aborto, anziché renderlo sempre e comunque possibile. Ma questo, la laicissima e progressista Francia, non sembra riuscire più a immaginarlo!
Ma c’è ancora qualcuno che pensa che queste scelte del Governo di Hollande, sulla pelle delle donne, siano di sinistra?