La sintesi dell'incontro tra il presidente palestinese Abu Mazen e papa Francesco è tutto in quel dono che Bergoglio ha consegnato al leader giunto in Vaticano alle dieci di questa mattina: la medaglia del suo pontificato con impressa la figura dell'angelo della pace. Un angelo, ha detto papa Francesco, che «distrugge lo spirito cattivo della guerra».
L'auspicio di papa Francesco è che lo stesso presidente palestinese diventi «un angelo della pace».
Una nota della sala stampa riferisce che «nel corso
dei cordiali colloqui è stata manifestata grande soddisfazione per
l’intesa raggiunta sul testo di un Accordo comprensivo tra le Parti
circa alcuni aspetti essenziali della vita e dell’attività della Chiesa
cattolica in Palestina, che sarà firmato in un futuro
prossimo. Successivamente, si è parlato del processo di pace con Israele,
esprimendo l’auspicio che si possano riprendere i negoziati diretti tra
le Parti per trovare una soluzione giusta e duratura al conflitto. A
tale scopo si è ribadito l’augurio che, con il sostegno della Comunità
internazionale, Israeliani e Palestinesi prendano con determinazione
decisioni coraggiose a favore della pace. Infine, con riferimento ai
conflitti che affliggono il Medio Oriente, nel riaffermare l’importanza
di combattere il terrorismo, è stata sottolineata la necessità del
dialogo interreligioso».
In tutto l'incontro è durato venti minuti. Abu Mazen, con l'allora presidente israeliano Shimon Peres e il patriarca ecumennico di Costantinopoli Bartolomeo, era già stato in Vaticano l'8 luglio dello scorso anno per la storica preghiera per la pace nei giardini vaticani.
Al termine dell'incontro con il Papa Abu Mazen ha incontrato il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin accompagnato monsignor Paul Gallagher, Segretario per i Rapporti congli Stati.