Le
principali organizzazioni impegnate da anni nella promozione dei
diritti dei minori migranti dicono basta.
AIBI, Amnesty
International, Caritas Italiana, Centro Astalli, CIR, CNCA, CNCM,
Comunità di Sant’Egidio, Emegency, Intersos, Save the Children
Italia, Terre des Hommes si mobilitano insieme, per la prima volta,
alla vigilia del semestre di presidenza italiana al Consiglio
dell'Unione Europea, per porre al Governo e al Parlamento Italiano
pressanti richieste «per far
fronte», scrivono
nell'appello, «alle
condizioni critiche e inadeguate di accoglienza e protezione dei
minori stranieri non accompagnati arrivati in Italia, e di quelli che
arriveranno nei prossimi mesi».
Pur
apprezzando l’opera di salvataggio di vite umane dell’operazione
Mare Nostrum, le organizzazioni firmatarie dell’appello presentato
a Governo e Parlamento sottolineano che i minorenni stranieri non
accompagnati si trovano in Italia privi di adulti di riferimento e
«sono particolarmente
vulnerabili».
Essi
dovrebbero essere accolti e protetti adeguatamente, aggiunge il
documento, e avere «la
possibilità di iniziare al più presto il loro percorso di
integrazione, mentre questo non avviene a causa dell’assenza
cronica nel nostro Paese di un sistema strutturato e organico
dedicato».
Gli
urganismi umanitari indicano anche i dati: i minori stranieri soli
non accompagnati in arrivo in Italia rappresentano una presenza
costante, superiore al 10% del totale dei migranti arrivati via mare.
Nel 2013, su un totale di 42.925 migranti, 8.336 erano minori e di
questi 5.232 erano minori soli non accompagnati, una proporzione
simile a quella degli anni precedenti che si è confermata anche
quest’anno.
Secondo le stime, su un totale di circa 59.400 migranti
arrivati dal 1 gennaio al 22 giugno 2014, più di 9.300 erano minori,
dei quali oltre 6.000 minori non accompagnati, di un’età media
compresa tra i 14 e 17 anni, ma che scende in alcuni casi anche a
12-13 anni.
I Paesi d'origine sono in prevalenza l’Eritrea, la
Somalia e l’Egitto, oltre ad altri paesi dell’Africa sub
sahariana e alla Siria, tutte aree caratterizzate da conflitti,
emergenze umanitarie o situazioni di grave pericolo o insicurezza per
i minori e le loro famiglie.
Nel loro Appello, le organizzazioni
firmatarie chiedono infatti innanzitutto al Governo Italiano di
assumere piena e diretta responsabilità sul sistema di prima
accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, assicurando
condizioni dignitose di ospitalità, approntando un sistema di
strutture di prima accoglienza temporanea con criteri e standard di
qualità omogenei e tali da evitare il sovraffollamento, favorendo il
successivo trasferimento dei minorenni stessi alle comunità di
accoglienza distribuite sull’intero territorio nazionale, nonché
di promuovere la diffusione dell’affidamento familiare.
L’appello
invita il Governo a «rendere
subito disponibili le risorse del Fondo Nazionale per i Minorenni
Stranieri non accompagnati, per superare l’attuale stallo e
assoluta incertezza sulle garanzie di copertura economica dei
servizi».
Le misure disposte
devono poi includere la prevenzione dei rischi di fuga e di
sfruttamento dei minori soli, rendendo più celeri le procedure di
identificazione e la nomina dei tutori, in modo da favorire anche i
processi di integrazione.
In relazione al semestre di presidenza,
le organizzazioni promotrici dell’iniziativa chiedono inoltre al
Governo Italiano «di
impegnarsi a promuovere un coordinamento europeo specifico per la
protezione e l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati,
con particolare riguardo a coloro che intendono raggiungere altri
Paesi Europei, oggi spesso inaccessibili stando alla stessa normativa
europea».
Rivolgendosi
invece al Parlamento Italiano, l'appello insiste per l’approvazione
in tempi rapidi del disegno di legge C. 1658, sostenuto dai
parlamentari dei principali partiti politici di maggioranza e
opposizione, che disciplinerebbe finalmente in modo organico, la
protezione e l’accoglienza dei minorenni stranieri non
accompagnati, superando l’attuale gestione emergenziale.