Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 25 aprile 2025
 
 

La chiesa e i divorziati risposati

23/06/2011  Al via a Salsomaggiore il convegno Cei sui divorziati risposati, una delle sfide più stringenti della chiesa di oggi. La Parola d'ordine: "accoglienza".

È iniziata ieri a Salsomaggiore la Settimana estiva di formazione organizzata dall'Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia della Cei dedicata al bruciante tema dei divorziati risposati. "Luci di speranza per la famiglia ferita. Persone separate e divorziati risposati nella comunità cristiana" è il titolo del convegno che vede riuniti nel centro termale emiliano oltre 550 partecipanti, responsabili a vario livello della pastorale familiare delle diocesi italiane, operatori pastorale e docenti. Molto "caldo" e attuale oggi nella chiesa il tema dei divorziati risposati, se non altro per i numeri in continuo aumento che provocano l'intera comunità cristiana.

Come ha ricordato mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma e presidente della Commissione episcopale permanente per la famiglia e la vita della Conferenza Episcopale Italiana, che ha preso la parola dopo il benvenuto offerto dal "padrone di casa", il vescovo di Fidenza mons. Carlo Mazza, «queste persone sono chiesa, vivono nella chiesa e hanno un percorso di chiesa. Occorre accoglierle e pensarle non solo come destinatarie di una pastorale ma anche come veri e propri protagonisti perché, nella loro sofferenza, ci parlano dell’importanza dell’unità della famiglia, ci parlano da un contesto di dolore, così vicino alla sensibilità della chiesa e sono persone che molto spesso compiono un percorso educativo verso i figli e tra di loro». Persone che «mostrano il volto sofferente della chiesa con un cammino che mostra spesso un desiderio di conversione, di ripresa della fede e che per questo deve coinvolgere tutte le componenti della chiesa e, in modo trasversale, coinvolgere tutta la pastorale». Accoglienza, dunque, ma con parole chiare, «per il bene della famiglia stessa, per scelte secondo la verità del Vangelo».

Don Paolo Gentili, direttore dell'Ufficio Cei per la famiglia, ha ricordato che si tratta del primo Convegno del suo ufficio sul tema dei divorziati. Ricordando il discorso di Benedetto XVI al clero di Aosta del luglio 2005, don Gentili ha ribadito l'esigenza, quando si affronta questo tema, dell'accoglienza di queste persone da parte del parroco e della comunità cristiana ma pur sempre nella verità dell'inscindibilità del sacramento per evitare il diffondersi di «una qualche diversità di comportamenti, che alimenta il diffondersi  di una certa confusione», non certo aiutata dal relativismo della cultura contemporanea, «soprattutto quando si tocca la questione della dolorosa esclusione dall'accesso ai sacramenti per coloro che hanno acquisito una nuova unione».

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
I vostri commenti
1

Stai visualizzando  dei 1 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo