Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 20 settembre 2024
 
in calabria
 

"Qui nessuno è straniero": l'invito di Acquaformosa

20/07/2018  Il borgo di minoranza linguistica arbereshe, modello di integrazione riuscita degli immigrati nel tessuto sociale, ha scelto questa frase come slogan del Festival delle migrazioni 2018, che si svolgerà dal 22 al 26 agosto.

"Qui nessuno è straniero": è la frase, scritta in italiano e in arbereshe, che si legge sul cartello affisso all'ingresso del paese. Ad Acquaformosa tutti i sono benvenuti, nessuno escluso, che siano italiani o di altri Paesi. Un monito, un appello forte a mantenere le porte spalancate in tempi di barriere. Questo borgo calabrese, dove nel '400 approdò una comunità di albanesi che contribuì al suo ripopolamento (il suo nome in lingua arbereshe è Firmoza), continua a seguire con orgoglio la sua lunga tradizione di accoglienza.

" Qui nessuno è straniero" è anche lo slogan scelto per l'edizione 2018 del Festival delle migrazioni, che quest'anno si svolge dal 22 al 26 agosto, un appuntamento ormai consolidato dell'estate di questo paese e conosciuto a livello internazionale. Lo scorso anno, ad esempio, la rassegna ha conosciuto un momento di forte portata simbolica con l'abbraccio tra il vescovo di Cassano allo Jonio monsignor Francesco Savino e l'imam di Acquaformosa Ahmed Berrou. Un gesto di pace e di fratellanza spontaneo, inatteso, fuori programma, avvenuto durante la cerimonia di consegna della prima edizione del premio "Acquaformosa che accoglie".

Ormai da anni Acquaformosa rappresenta un modello esemplare in Italia e in Europa di integrazione riuscita dei migranti. Situato ai piedi del monte Pollino, questo borgo di circa 1.100 abitanti ha acquistato notorietà quando l'accoglienza di cento profughi ha permesso alla comunità locale di rinascere, recuperare forza e vitalità con l'apporto di forze nuove, giovani e attive, scongiurando l'inesorabile spopolamento e la conseguente scomparsa del paese a causa dell'emigrazione e dell'invecchiamento della popolazione.  

Con l'arrivo degli immigrati e delle loro famiglie (provenienti da vari Paesi, dal Mali alla Somalia, dalla Nigeria alla Siria), grazie all'adesione del Comune al progetto Sprar (Servizio di protezione richiedenti asilo e rifugiati) del ministero dell'Interno, la scuola - che rischiava di chiudere per mancanza di bambini - è rimasta aperta, le case vuote sono state affittate, l'economia è ripartita. Qui gli immigrati sono diventati una risorsa preziosa e si sono integrati nel tessuto sociale.

Il Festival delle migrazioni di Acquaformosa giunge quest'anno alla settimana edizione e si conferma un evento per promuovere la cultura della solidarietà e affermare il valore della diversità come ricchezza e non come ostacolo, attraverso l'arte, i libri, la musica e lo spettacolo. 

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo