«Sulle immigrazioni un anno di decreti e lo stato di emergenza hanno reso legge prassi illegittime delle prefetture e del Ministero dell’interno, che ledono i diritti delle persone e dei minori». Parla di «fallimento annunciato» del sistema d’accoglienza ActionAid Italia, che con Openpolis pubblica il monitoraggio Centri d’Italia 2023. Nel report, condotto Comune per Comune a partire dai dati forniti dal Viminale e attingendo alla banca dati Anac per analizzare i bandi in materia di gestione dei centri, si denuncia una situazione di «caos amministrativo e violazione dei diritti».
Per ActionAid, che da 50 anni opera per i diritti delle persone e la partecipazione democratica, i decreti del Governo Meloni hanno avuto effetti pesantissimi su un sistema d’accoglienza già più che faragginoso. Al centro della disamina, i Centri di accoglienza straordinaria (Cas) la loro gestione e la presenza in essi di minori che avrebbero il diritto a essere collocati in strutture dedicate. «Sin dall’insediamento del nuovo Governo, l’iperproduzione normativa in ambito migratorio procede con continue piccole modifiche inserite in decreti che si occupano di temi diversi», evidenzia ActionAid. «Per ovviare alla difficoltà di reperire i posti da parte delle prefetture, il Governo riduce ancora la qualità tagliando i servizi e introducendo da un lato un nuovo circuito prefettizio ancora più straordinario dei Cas, e dall’altro, procedendo di deroga in deroga, allo smantellamento del sistema e dei diritti di chi è accolto».
Un’analisi durissima, supportata da dati e dati. Alcuni, fra i più significativi: nel 2023 il 60% dell’accoglienza è avvenuta nei Cas dove – stigmatizza appunto ActionAid – regna il caos amministrativo e la trasparenza è un miraggio. Nei primi mesi del 2023 i bandi Cas per minori stranieri non accompagnati sono stati ben 50, mentre nel 2020 erano stati solo 3. «L’accoglienza di minori in Cas facilita il compito degli uffici territoriali del governo, ma certo non è nel supremo interesse del fanciullo», dice Fabrizio Coresi, esperto Migrazioni ActionAid. «Allo stesso modo, agevolare la concentrazione di persone in centri sempre più affollati aiuta le prefetture a trovare posti, ma derogare ai parametri di capienza può mettere concretamente a rischio qualsiasi tutela igienico sanitaria e di sicurezza di chi vi è accolto».
«Oggi chi chiede asilo non accede più al Sistema accoglienza integrazione (Sai), i Cas sono privati di servizi fondamentali e, se non si trova posto né qui né nei Cpa, si aprono “strutture temporanee” in cui non è previsto accompagnamento all’autonomia, e quindi neanche competenze dei gestori, e di cui non si conosce nulla», dicono ancora gli attivisti. In questi centri confluiscono famiglie, persone vulnerabili e minori non accompagnati, spesso costretti a convivere in promiscuità con adulti. Se poi il ricorso a queste strutture non è sufficiente, si possono raddoppiare i posti in Cas già attivi. «Sono centri collocati sempre più ai margini, non solo delle città e dei luoghi abitati, ma anche del diritto», commenta Chiara Marchetti del Centro immigrazione asilo e cooperazione internazionale (Ciac).
Oltre alla diminuzione dei servizi e alle prassi eccezionali trasformate in norme, AictionAid denuncia anche la crescita esponenziale degli affidamenti diretti che passano «dal 35% nel 2020 al 66% nel 2023, per contratti da 83,1 milioni di euro nei soli primi 8 mesi del 2023 a scapito della trasparenza». Il tutto senza una vera emergenza arrivi: secondo i dati del ministero dell’Interno, infatti, lo scorso anno le persone in accoglienza non hanno mai superato le 141mila persone, ovvero lo 0,18% della popolazione italiana, e sempre nel 2023 sono stati attivati solo 20-30.000 nuovi posti nei centri.
«Ci auguriamo che le nostre analisi possano aiutare quanto meno i parlamentari a chiedere conto al Governo rispetto a previsioni che non solo ledono i diritti delle persone accolte e dei territori accoglienti, e mettono in crisi l’indotto lavorativo, ma vanno proprio in direzione opposta a quanto indicato dagli esiti della Commissione di inchiesta parlamentare sull’accoglienza, della letteratura scientifica e delle stesse relazioni annuali al parlamento», chiudono ActionAid e Openpolis.