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lunedì 21 aprile 2025
 
 

I bimbi di Adro adottati dal Congo

21/04/2010  Avete capito bene: i bambini del Congo si sono impietositi per la vicenda dei coetanei bresciani costretti a digiunare nella mensa scolastica. E hanno fatto una colletta.

Meno male che c'è il Congo, verrebbe da dire. La vicenda di Adro, il comune del Bresciano dove alcuni bambini rischiano di rimanere a digiuno perché i genitori sono in arretrato con i pagamenti della  retta della mensa scolastica,  è riuscita a impietosire persino il Terzo Mondo, dove pure i piccoli che soffrono la fame non mancano, ma nessun adulto, evidentemente, toglie loro la scodella dalla tavola, quando ce l'hanno. I bambini di Muhuanga e di Bunyatenge, nel Paese africano, sono rimasti molto colpiti dalla lettera del benefattore di Adro, che aveva annunciato di voler pagare lui le rette denunciando la mancanza di solidarietà e di umanità. La lettera dell'imprenditore era stata letta loro da padre Giovanni Piumati, pinerolese di nascita, ma con parenti e amicizie bresciane.

I bambini e le rispettive famiglie si sono commosse dopo aver letto dell'accaduto. Anche perché sono molto grati agli italiani, che hanno conosciuto attraverso l'opera di padre Giovanni. E così hanno voluto in qualche modo compiere un gesto di riconoscenza e di solidarietà. In fretta e furia hanno raccolto 600 euro – più o meno l’equivalente di un anno di mensa per un bambino di Adro  – da spedire nel "Terzo Mondo", in Italia. La zuppetta di “masoso”, a base di soia, sorga e mais, grazie ai missionari e alla generosità soprattutto bresciane, adesso la mangiano tutti i giorni. E quando scarseggia sono abituati a dividersela tra loro. Chi è passato per primo davanti al pentolone e ha riempito la ciotola, se vede che l’ultimo della fila è rimasto senza torna indietro per condividere la sua tazza. Per questo scrivono al “cittadino di Andra”, come lo chiamano qui, al benefattore che ha pagato i debiti, per dire che anche loro si “uniscono al suo messaggio e al suo gesto”.

Quelli che rimandano in Italia sono soldi che “molti amici dell’Italia danno per l’Africa” e che ora vogliono condividere con “un coetaneo rimasto escluso”.

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