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domenica 20 aprile 2025
 
 

Ad Auschwitz per dire no al razzismo

21/09/2012  La Comunità di Sant'Egidio accompagna duemila giovani dell'Europa orientale e dell'Italia nei campi di sterminio per combattere l'odio razziale e ogni forma di violenza.

Un pellegrinaggio della memoria per contrastare i germi di razzismo che vanno diffondendosi ancora oggi. Per questo la Comunità di sant’Egidio ha deciso di portare duemila giovani dell’Europa centro orientale ad Auschwitz.

Il pellegrinaggio, che ha preso avvio oggi si concluderà il 23 settembre. Si tratta del terzo incontro internazionale Giovani europei per un mondo senza violenza. I giovani, provenienti da Repubblica Ceca, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia, Ucraina, Ungheria, oltre che dall'Italia, sono stati preparati da due anni di lezioni, seminari di approfondimento, incontri con testimoni, filmati. Ai corsi hanno partecipato circa 60mila studenti di scuole e Università. Una loro rappresentanza, in questi giorni, sta visitando i campi di concentramento.

«Sant’Egidio», spiega Mario Marazziti, portavoce della Comunità,«è radicata da più di venti anni nei Paesi dell’Europa centro-orientale e svolge attività di solidarietà con le fasce più deboli della popolazione (senza dimora, anziani soli, bambini in istituto, Rom). Abbiamo pensato di rivolgerci in particolare ai giovani per contrastare le manifestazioni di antisemitismo, antigitanismo, xenofobia e razzismo. Siamo preoccupati per i dati sugli episodi di violenza e di discriminazione che stanno crescendo in Europa».

Il programma prevede l’incontro con alcuni testimoni tra i quali Rita Prigmore, una donna sinti di Würzburg (Germania), vittima degli esperimenti medici nazisti; Bela Varga, internato con la sua famiglia nel ghetto di Szolnók (Ungheria); Zeev Tibi Ram, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

Domani, dopo aver visitato il museo del campo di Auschwitz, i giovani deporranno ghirlande di fiori al monumento memoriale delle vittime del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, e proclameranno nelle varie lingue l’appello per un mondo senza violenza.

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