Si è spento all’età di 99 anni (avrebbe compiuto un secolo il 13 febbraio), nella notte di San Silvestro, Domenico Agasso senior (così chiamato per distinguerlo dal nipote omonimo, vaticanista di La Stampa), grande meastro di giornalismo oer generazioni di reporter, nonché decano dei vaticanisti. Originario di San Bernardo di Carmagnola (provincia di Torino) - cittadina alla quale era sempre rimasto indissolubimente legato per tutta la vita -, Agasso aveva mosso i primi passi da giornalista nel quotidiano torinese Il Popolo Nuovo. Aveva iniziato a lavorare come giornalista per Epoca nel 1960. Era poi approdato a Famiglia Cristiana, come caporedattore (dal 1968 al 1971). In seguito era arrivato alla direzione di Epoca e del settimanale torinese Il Nostro Tempo.
Agasso era stato testimone e narratore, più di ogni altro cronista, della Chiesa conciliare e post-conciliare, aveva raccontato per primo i pellegrinaggi papali iniziati da papa Paolo VI (il primo fu a Gerusalemme nel 1964). E lo faceva davvero sul campo, da osservatore privilegiato, come dimostrano le foto del 1967 che lo ritraggono a pochi metri da papa Montini, sul palco papale, a Fatima, davanti alla folla dei fedeli radunatasi lì per celebrare il cinquantesimo anniversario delle apparizioni mariane. Un evento storico: Paolo VI fu il primo Pontefice a visitare il santuario mariano portoghese.
Scrittore e saggista prolifico, oltre che giornalista, Agasso pubblicò una Storia d’Italia in otto volumi per Mondadori. Fra i suoi libri, ricordiamo quello sul fondatore della Famiglia paolina, Don Alberione editore per Dio (San Paolo edizioni). A dare la notizia della sua scomparsa è stato il nipote Domenico Agasso junior, con queste parole: “Mio nonno, Domenico Agasso, stanotte si è addormentato ed è andato a scrivere articoli in Cielo”.