logo san paolo
martedì 21 marzo 2023
 
russia
 

Addio a Gorbaciov, l'ultimo leader dell'URSS

31/08/2022  È morto a 91 anni dopo "una lunga e grave malattia". Guidò l'Unione Sovietica fra il 1985 e il 1991. Sarà sepolto a Mosca accanto alla moglie Raissa

Mikhail Gorbaciov, è morto il 30 agosto  in ospedale all'età di 91 anni, dopo una lunga malattia. Era stato l’ultimo  leader dell’Unione Sovietica e uno degli uomini politici più popolari nell’ultimo scorcio del Novecento. Sarà ricordato come il leader che ha contribuito alla fine della Guerra Fredda e che ha portato alla dissoluzione dell’Unione Sovietica.

Nato nel 1931, Gorbaciov milita nelle organizzazioni giovanili del partito comunista, seguendo una trafila simile a quella di altri leader sovietici.

La sua carriera politica di Gorbaciov inizia nel 1970, quando viene nominato primo segretario del partito a Stavropol, una città della Russia occidentale. Dieci anni dopo torna a Mosca come membro a pieno titolo del Politburo, il massimo organismo dirigente del Partito comunista dell’Unione Sovietica. Gorbaciov è il più giovane di tutti. Il nuovo dirigente in ascesa rafforza la propria posizione sotto le ali protettive di Jurij Vladimirovič Andropov, capo del Kgb e originario anche lui di Stavropol. Gorvaciov viaggia spesso all'estero e nel 1984 incontra per la prima volta l'allora primo ministro britannico Margaret Thatcher, "un osso duro" con cui stabilirà poi un rapporto di stima e fiducia. Dopo quel primo incontro la Thatcher si convinse che Gorbarciov era un uomo “Con il quale si potevano fare affari”.

L’anno dopo, con la morte di Konstantin Ustinovič Černenko, rimasto in carica poco pi di un anno alla guida dell’URSS, l'11 marzo 1985 Gorbaciov diventa segretario generale del Pcus. Il nuovo leader ha solo 54 anni, una svolta generazionale dopo un lungo periodo di gerontocrazia. Nel febbraio del 1986 Gorbaciov lancia le sue parole d'ordine, Glasnost (trasparenza) e Perestroika (ristrutturazione), per portare una inedita ventata di libertà nei media e nell'opinione pubblica e per riformare un sistema economico sempre più stagnante.

Gorbaciov lascia il segno anche nei rapporti internazionali. In ottobre si incontra con l'allora presidente americano Ronald Reagan a Reykjavik, in Islanda, per discutere la riduzione degli arsenali nucleari in Europa, suggellata l'anno successivo dalla firma di uno storico trattato. Nel luglio del 1991 si accorderà con con George Bush, successore di Reagan, per una forte riduzione delle armi nucleari strategiche.

La politica di Gorbaciov porta cambiamenti in tutto il blocco dei Paesi legati all’Unione Sovietica. Nel 1989 cade il Muro di Berlino,il simbolo della guerra fredda, seguono le rivoluzioni di velluto nell'Europa centro-orientale e la riunificazione della Germania. Nel dicembre del 1989 un altro evento storico: Gorbaciov incontra Giovanni Paolo II in Vaticano e diventa così il primo leader sovietico ad incontrare un Papa. Diversi anni dopo Joaquin Navarro-Valls, portavoce di Giovanni Paolo II, ricordò: “Una sera mi capitò di parlare con il Papa dell'incontro avvenuto la mattina precedente con Michail Gorbaciov.Su di lui, il Papa non ebbe esitazioni: ‘E' un uomo di principi’, mi disse.Con grande interesse gli domandai cosa fosse un uomo di principi. E mi rispose: ‘E' una persona che crede così tanto nei suoi valori da essere disposta ad accettare tutte le conseguenze che ne derivano, anche se possono dispiacergli e non tornargli utile’”.

Nel 1990 Gorbaciov viene premiato con il Nobel per la Pace, perché, si legge nella motivazione, “la maggiore apertura da lui portata nella società sovietica ha contribuito a promuovere la fiducia internazionale”.

Ma in patria si sgretola la fiducia nei confronti del leader. Il 1991 è un anno drammatico per Gorbaciov: in agosto viene sequestrato per tre giorni nella villa presidenziale in Crimea, vittima di un golpe dei comunisti conservatori spento dalla coraggiosa resistenza del presidente russo Boris Ieltsin. Eltsin l'8 dicembre successivo firma con Ucraina e Bielorussia la nascita della Csi, la Comunità di Stati indipendenti: è la fine dell'Urss. Impotente e ormai impopolare umiliato nel duello con l'esuberante Ieltsin, Gorbaciov getta la spugna poche settimane dopo, il giorno di Natale del 1991.

Fuori dai giochi, impopolare in Russia, ma ammirato nel resto del mondo, Gorbaciov continua a impegnarsi a favore della pace, della democrazia e dell’ambiente. Al suo fianco c’è sempre l’amata moglie Raissa (sposata nel 1953), che muore nel 1999 per una leucemia. Michail Sergeevič verrà  sepolto accanto a lei, nel cimitero di Novodevičij, a Mosca.

Multimedia
Da Wojtyla al Dalai Lama, Gorbaciov e i leader del mondo. Fino a Sanremo
Correlati
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo