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mercoledì 14 maggio 2025
 
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Addio a Laura, la mamma malata di Sla che rifiutò di abortire

02/05/2016  Se n’è andata il 22 aprile scorso a 34 anni Laura Grassi, malata di Sla. Nel 2013, nonostante il parere contrario dei medici che le consigliano di abortire, decide di sospendere le cure per far nascere la figlia Alessia. La sua storia ha commosso l’Italia e anche papa Francesco che li incontrò a San Pietro. Laura, ha detto il vescovo di Rimini ai funerali, è stata «una vera testimone dell’amore di Dio perché nella sua semplicità ha saputo abbracciare fino in fondo la croce riconoscendo l’amore di Gesù in Lei, nei segni della sua passione»

La Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) è una malattia che ti mangia fino a consumarti. Crudele come ogni malattia,lo è ancora di più se ti assale nel fiore della giovinezza. Laura Grassi se n’è andata il 22 aprile scorso a 34 anni. Il giorno prima aveva festeggiato il quarto anniversario di matrimonio con il marito Ugo Morganti e la figlia Alessia, di appena tre anni. La sua è una storia semplice come solo le avventure straordinarie della vita sanno esserlo. 
«Alessia continua a chiedermi: “dov’è andata la mamma?” Io le rispondo che ora la mamma cammina in cielo con gli angeli, e prima o poi la raggiungeremo anche noi», ha detto Ugo. «Perché in fondo Laura non è morta: continua a guardarci, da lassù. Sento la sua presenza intorno a noi, più forte che mai». Una presenza che ha commosso l’Italia intera, gli amici e i parenti accorsi numerosi nella chiesa di San Michele Arcangelo a Morciano di Romagna per i funerali celebrati dal vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi, che nell’omelia ha definito Laura «una vera testimone dell’amore di Dio perché nella sua semplicità ha saputo abbracciare fino in fondo la croce riconoscendo l’amore di Gesù in Lei, nei segni della sua passione. Chi la andava a trovare a casa rimaneva colpito e affascinato nel vedere la sua accoglienza, la sua positività: chi la visitava incontrava lei, non la malattia».

È il marzo del 2010 quando la coppia inizia il corso di preparazione al matrimonio. Negli ultimi mesi dello stesso anno a Laura viene diagnosticata la malattia. La botta è durissima ma loro decidono di andare avanti e sposarsi nel 2012. Laura all’altare arriva sulle sue gambe, ultima concessione prima che la Sla progredisca inesorabile. Nel 2013 arriva, inaspettata, la gravidanza. Nonostante il parere fortemente contrario dei medici che le consigliano di abortire, Laura sceglie di sospendere le cure per far nascere Alessia. «Scegliemmo di poter accudire il dono di nostra figlia e portarlo avanti nel tempo», ha detto Ugo in un video pubblicato da Avvenire. «Quando è nata Alessia è stata una felicità enorme per tutti, in sala operatoria tra amici e parenti eravamo quattordici persone. Fu una grande festa».

Ugo e Laura dopo la nascita della figlia Alessia
Ugo e Laura dopo la nascita della figlia Alessia

La carezza del Papa

«La sua vita», ha detto don Marcello Zammarchi, vicerettore del seminario vescovile di Rimini che ha sposato Ugo e Laura, «si è conclusa con un grande grazie tanto che prima di morire ha voluto lasciare il suo testamento spirituale ai tantissimi amici che le sono stati sempre accanto». Poche parole scritte con gli occhi grazie ad un sintetizzatore vocale dove si legge: «Vi è stato chiesto molto e mi avete dato ancora di più».
Nel 2013 Ugo e Laura e la piccola Alessia hanno ricevuto la carezza di papa Francesco partecipando all’udienza generale. «Ricordo molto bene quel giorno in piazza San Pietro», ha detto Ugo. «Francesco si avvicinò a noi, ci parlò, giocò con nostra figlia, e ci augurò di continuare così. L’abbiamo fatto, fino a quando Laura è rimasta in vita». Sempre ad Avvenire, il marito Ugo ha raccontato la testimonianza della moglie: «Laura ha combattuto contro la malattia con grande dignità preparando me e Alessia al momento del distacco e lasciandoci tutte le indicazioni per il dopo. Anche per il funerale ha pensato lei a tutto, scegliendo le letture e facendo in modo che a tutte le sue amiche venisse regalata una rosa bianca. Il suo più grande insegnamento che sono certo rimarrà di lei è il rispetto per il sacramento del matrimonio e per la vita».

Alla fine, quando i medici erano già pronti per la tracheotomia, dopo la prima delle ultime tre crisi respiratorie, lei ha rifiutato. Ne aveva già parlato con Ugo e le sue idee erano molto chiare. «È sempre stata pronta con la lampada accesa – dice don Marcello – e oggi questa fiammella ha acceso altre lampade spente, consegnando con la sua vita un bellissimo quinto Vangelo d’amore».

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