Con la morte di Arnoldo Foà, l'Italia e l'Europa perdono un grande testimone del '900. Oltre alla sua statura come intellettuale e uomo di cultura, va infatti ricordato il suo costante impegno civile, tanto che il suo nome era stato proposto per la nomina a senatore a vita.
Grande interprete teatrale, Foà lavorò anche per il cinema, tra gli
altri con Pietro Germi, Alessandro Blasetti, Orson Welles, Joseph Losey
ed Ettore Scola. Prestigiosa la sua attività in scena con grandi registi
(Visconti, Strelher, Menotti, Ronconi). Non disedegnò nemmeno la partecipazione ad alcune delle più note produzioni della televisione
italiana. Fu autore di diversi libri. Fra gli ultimi, Autobiografia di
un artista burbero (Sellerio editore, 2010), è una sorta di testamento spirituale.
La promulgazione delle leggi razziali lo aveva costretto nel 1938 a lasciare il Centro nazionale di cinematografia e a usare nomi fittizi per lavorare. Rigugiatosi a Napoli, diventò capo-annunciatore e scrittore della Radio Alleata Pwb: fu lui a comunicare l'Armistizio, l'8 settembre del 1943.
"Una figura esemplare di artista, di interprete della poesia e del
teatro, animato da straordinaria passione civile e capace di trasmettere
emozioni e ideali al pubblico più vasto", è stato il saluto del presidente Giorgio Napolitano. "Desidero rendere omaggio alla sua lunga fatica, al suo forte senso
di attaccamento ai valori democratici della nostra Repubblica, e
ricordare con animo commosso le molteplici occasioni di incontro e di
profonda sintonia che mi hanno legato a lui".
"Con la scomparsa di Arnoldo
Foà tutti noi siamo più poveri. Foà ha saputo interpretare la storia
contemporanea del nostro Paese. Un attore immenso capace di entrare
nell'immaginario collettivo di tutti noi. Un uomo coerente, coraggioso e
dai grandi valori, che si è schierato a fianco della libertà negli anni
più bui della nostra nazione. I suoi personaggi portati in scena in
teatro, alla radio e in televisione hanno arricchito culturalmente e
divertito generazioni di italiani. Arnoldo Foà aveva il carisma dei
grandi personaggi e l'umiltà dei semplici, a lui l'Italia e Roma saranno
sempre riconoscenti". Così lo ha ricordato il sindaco di Roma Ignazio Marino.