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mercoledì 09 ottobre 2024
 
Giovani irrequieti
 

Adolescenti difficili: è giusto andare dallo psicologo?

28/01/2022  Essere adolescenti non è sempre facile. più si cresce, più si diventa disobbedienti nei confronti dei genitori. Talvolta in maniera volontaria, altre no... ma quanti litigi! Giusto chiedere aiuto allo psicologo?

Vorremmo che nostra figlia di 14 anni andasse da uno psicologo, perché non ci ascolta più. Da un anno circa non è più la stessa. Da bambina era brava e ci ubbidiva. Adesso invece è sempre nervosa, ci risponde male per ogni cosa. Non si riesce a farle fare niente in casa, anzi sembra che le sia tutto dovuto. Lascia in giro gli abiti, non distingue tra quelli usati sporchi e quelli lavati e stirati. Vuole solo uscire, o stare al cellulare tutto il giorno. Si veste come vuole lei, anche se noi genitori pensiamo che sia esagerata e non siamo d’accordo. Per non dire della scuola: è in prima superiore, ma non la vediamo mai studiare. Forse uno psicologo la farebbe ragionare un po’. Lei cosa ne dice? LORENA

— Cara Lorena, innanzi tutto va chiarito che lo psicologo non è il prolungamento dei genitori, che può convincere un adolescente là dove i genitori non riescono a farsi ascoltare, perché ha un linguaggio o delle tecniche “speciali” e particolarmente convincenti. Lo psicologo serve quando bisogna cercare il senso dei comportamenti, con l’adolescente e i suoi genitori. Serve, ad esempio, per capire che cosa l’adolescente sta comunicando a mamma e papà, alla luce di un duplice movimento: da un lato, c’è la presa di distanza dall’infanzia, che appare contemporaneamente come un’età da superare nettamente per diventare grandi, ma anche come una specie di “età dell’oro” in cui si viveva più facilmente. Da questo punto di vista, vostra figlia, anziché crescere, sembra regredire a una condizione in cui pensa narcisisticamente di poter ottenere tutto, come se fosse ancora “Sua Maestà il bambino”.

Dall’altro lato, c’è la crescita e la definizione della ragazza che vuole diventare aperta alle amicizie, con un carattere dominante. Forse vostra figlia si immagina come una persona che non obbedendo ai genitori, è libera da ogni vincolo. Come se essere adulti significasse fare quel che si vuole. È necessario, invece, chiarire che diventare adulti significa entrare in una logica di scambio, in cui si riceve per quel che si dà: a scuola, al lavoro e anche nelle relazioni. A partire dalla famiglia. Se non si dà qualcosa, non si può ottenere ed è forse da questa considerazione che dovreste partire nel rivedere i vostri atteggiamenti educativi.

Che cosa state dando a vostra figlia, sul piano degli affetti e su quello della partecipazione alla vita di famiglia? E che cosa le state chiedendo? Tutto questo è cambiato rispetto a quando era bambina, o siete ancora fermi a considerarla come tale? Lo psicologo può entrare in questa dinamica come una figura “terza”, per capire insieme a voi le dinamiche profonde in gioco e le resistenze al cambiamento. Il compito di farvi ascoltare da vostra figlia, però, rimane vostro.

 
 
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