Il Quirinale ne ha apprezzato generosità e misura. Giorgio Napolitano ha firmato. E così Silvano Lancini, il “benefattore di Adro” sarà Cavaliere della Repubblica. “Non mi interessa la notorietà, voglio solo non vergognarmi per quello che accade nel mio Comune”, aveva dichiarato nel 2010 quando era intervenuto in difesa dei bambini che il sindaco leghista Oscar Lancini voleva lasciare senza mensa perché in ritardo con i pagamenti.
Aveva saldato lui, con un assegno di 10.000 euro, tutto il dovuto e si era schierato con l’associazione che gestiva la mensa e che non aveva intenzione di discriminare i ragazzini. La vicenda, che risale all’aprile del 2010, è nota: 40 bambini avevano ricevuto l’avviso di sospensione del servizio mensa perché i genitori non avevano pagato le relative rette. Dopo l’avviso alcuni si erano messi in regola, ma le famiglie di altri 24 bambini, in stato di necessità, non erano riusciti a pagare il dovuto.
L’imprenditore, fondatore e amministratore della Smea di Erbusco, specializzata nella consulenza e nella fornitura di prodotti informatici, si era sentito in dovere di intervenire. Lo aveva fatto anonimamente, ma il suo nome era venuto presto a galla. Le motivazioni, spiegate in una lettera che Famiglia Cristiana ha pubblicato integralmente, ne avevano fatto un eroe buono, un paladino dei deboli, mentre lui continuava a ripetere “ho fatto solo il mio dovere”.
«Non sono comunista. Alle ultime elezioni ho votato Formigoni», aveva scritto tra l'altro. «So perfettamente che tra le 40 famiglie ci sono furbetti che ne approfittano. Ma vedo intorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha meno (...) I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono».




